Alla fine del 2018 l’assessorato regionale della Sanità ha scritto a Cittadinanzattiva della Valle d’Aosta che l’erogazione dei farmaci da parte degli operatori socio sanitari [...] è stata oggetto di lunga discussione in sede di condivisione di una bozza di convenzione tra l’Azienda Usl e gli Enti locali gestori dei summenzionati servizi residenziali con un vano tentativo di mediazione da parte dell’Amministrazione regionale. Il processo di approvazione si è fermato proprio sul tema della somministrazione farmaci alle persone e, in particolare, sul ruolo del personale con qualifica Oss rispetto a quello infermieristico.
Nel caso in cui infatti la somministrazione dei farmaci dovesse essere eseguita in tutte le sue fasi dal personale infermieristico, sarebbe difficile conciliare le esigenze delle persone con gli orari di presenza del personale infermieristico presso le strutture; nel caso invece in cui i farmaci dovessero essere somministrati dal personale OSS - a seguito di una posologia prescritta dal medico e predisposta dall’infermiere - questo dovrebbe essere chiarito, su scala nazionale, attraverso un aggiornamento dell’Intesa Stato-Regioni laddove oggi, nella definizione delle competenze, questo argomento risulta di controversa interpretazione.
Quindi attualmente il personale infermieristico presente nelle strutture residenziali e semiresidenziali, ambito di interesse della presente problematica, “prepara” i farmaci, che sono consegnati dal personale OSS alle persone nel momento in cui devono essere assunti. [...] e [...] che il ritardo nella presente risposta deriva alle recenti disposizioni contrattuali regionali che hanno portato al riconoscimento del profilo di OSS, fino ad ora non esplicitamente individuato, senza però dirimere il nodo emerso a livello nazionale.
Tenendo conto che la situazione descritta nella nota dell’assessorato Sanità (prot. 40242 del 30/11/2018) non ci risulta essersi modificata, abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di stabilire se l’erogazione dei farmaci da parte degli operatori socio sanitari - in assenza dell’infermiere - costituisca reato di esercizio abusivo condannato dall'articolo 348 del Codice Penale.












