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CRONACA | 17 dicembre 2020, 08:42

Inchiesta Egomnia, così per la Dda funzionava l'ufficio elettorale della 'ndrina aostana

Inchiesta Egomnia, così per la Dda funzionava l'ufficio elettorale della 'ndrina aostana

"Sono stato interrogato un anno fa dagli inquirenti; a loro ho detto tutto quello che sapevo e soprattutto credo di aver spiegato quali erano i miei rapporti con alcune persone. Sono sereno, fiducioso".

Così Luca Bianchi, ex consigliere regionale dell'Uv, commenta il suo coinvolgimento nell'inchiesta Egomnia della Dda e dei carabinieri di Aosta per i reati di voto di scambio politico-mafioso (contestatogli nella tarda estate del 2019) e di concorso esterno in associazione mafiosa di tipo 'ndranghetista, accusa questa formulata dalla Dda solo nei giorni scorsi nei suoi confronti e in quelli degli ex Presidenti della Giunta Renzo Testolin e Laurent Vierin (anch'egli indagato dal 2019 per voto di scambio) dopo che il giudice del tribunale aostano Eugenio Gramola la scorsa settimana aveva inviato alla procura torinese gli atti relativi alla sentenza del processo Geenna ipotizzando nei loro confronti 'indizi di reato'.

Dell'inchiesta Egomnia ormai chiusa si attende in questi giorni la notifica del 415 bis (conclusione indagini preliminari) a tutti gli indagati; sul registro della Dda lo scorso anno erano stati iscritti anche l'ex presidente di Giunta Antonio Fosson e il consigliere regionale Stefano Borrello ma è possibile che anche altri politici siano stati 'attenzionati' dagli inquirenti.

Così per la Dda funzionava l'ufficio elettorale Giachino-Di Donato-Raso

Quanto a Testolin, Bianchi e Vierin, non potendo negare i loro rapporti talvolta anche intensi con alcuni elementi di spicco della presunta 'ndrina valdostana condannati in Geenna - provati da decine di intercettazioni - per uscire dall'inchiesta dovranno dimostrare la loro totale estraneità o totale misconoscenza di quello che, leggendo il fascicolo di Egomnia, appare agli investigatori (e al giudice Gramola che ha scritto le motivazioni della sentenza Geenna) come un vero e proprio 'ufficio elettorale' della 'ndrangheta creato tra il 2016 e il 2018 per le elezioni regionali di quell'anno il cui esperto coordinatore era senz'altro Alessandro Giachino (condannato a 11 anni di carcere) cui il giudice Gramola, riconosce "una capacità davvero notevole di formulare previsioni elettorali attendibili"; infatti "una volta resi noti gli esiti delle elezioni Marco Sorbara, Luca Bianchi, Renzo Testolin e Laurent Vierin risultano eletti. Si avvera dunque la previsione di Giachino, secondo il quale l'associazione 'ndranghetista avrebbe potuto contare su 'quattro o cinque parti' ossia su quattro o cinque consiglieri regionali".

C'erano stati anche altri candidati o promotori di candidati 'seguiti' dalla sorta di ufficio elettorale creato dalla presunta 'ndrina, ma il loro comportamento ambiguo aveva indotto Giachino e i suoi sodali a esercitare maggior cautela e minor enfasi nei loro confronti, soprattutto dopo averne subodorato la distanza siderale dal loro mondo da quello calabrese, come dimostrano diverse intercettazioni di Egomnia per ora mai rese pubbliche.

Che i membri della 'ndrina valdostana volessero e fossero riusciti a infiltrare tutti o quasi i movimenti e partiti autonomisti è cosa ormai nota e scritta più volte in questi ultimi due anni. Che il loro intento di permeare la vita politico-amministrativa valdostana sia riuscito solo in parte, per effetto del successo elettorale conseguito da Lega e M5S e dalla tenuta di almeno parte delle sinistre, lo dicono gli indagati stessi nelle intercettazioni.

L'inchiesta Egomnia, però, spiega anche 'come' tale progetto di infiltrazione sia giunto a buon fine, risalta i ruoli distinti dei sodali della presunta 'ndrina: Giachino dunque stratega, ideologo e procacciatore di voti; Antonio Raso (condannato a 13 anni) instancabile faccendiere; i fratelli Marco (nove anni) e Roberto Di Donato (cinque anni e quattro mesi) reclutatori di 'attivisti' portasantini e in grado di 'spronare' gli indecisi e poi altri gregari 'portatori d'acqua' per alcuni candidati accuratamente selezionati.

Il gruppo di supporter autonomisti calabresi organizzava feste in locali, apericene, incontri riservati tra candidati e persone magari in cerca di lavoro o semplicemente di rassicurazioni sul futuro. Sosteneva apertamente i 'cavalli' scelti, parlando con loro su come ovviare alle iniziative di altri politici in lista, su come convincere i restii e pianificando appuntamenti.

Insomma, l'organizzazione dell'ufficio elettorale della presunta 'ndrina è stata monitorata per anni e infine portata in luce dagli inquirenti; dimostrare non averne mai goduto i servigi, o almeno di averlo fatto a totale insaputa, sarà compito dei politici indagati.

patrizio gabetti

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