Benessere dei bambini, Italia al 19° posto tra i Paesi ricchi

Suicidi, infelicità, obesità e scarse capacità in campo sociale e accademico sono fenomeni sempre più comuni fra i bambini nei Paesi ad alto reddito. Lo afferma il Centro di Ricerca Innocenti (IRC) dell’UNICEF.
Uno studio che analizza i fattori che condizionano il benessere dei bambini nei Paesi ricchi, utilizzando dati pre-COVID per stilare una classifica degli Stati per quanto riguarda la salute mentale e fisica dei bambini e le loro competenze culturali e sociali. Sulla base di questi indicatori i Paesi giudicati migliori, tra quelli ad alto reddito, sono i Paesi Bassi, la Danimarca e la Norvegia.
“L’Italia si posiziona 19° su 38 Stati per quanto riguarda i risultati complessivi sul benessere dei bambini, e solamente 34° su 41 per quanto riguarda le politiche e le condizioni che generano benessere”, rivela il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
Secondo i dati emersi dall’indagine, per quanto concerne la salute mentale l’Italia si colloca al 9° posto: i quindicenni italiani con elevata soddisfazione per la vita sono il 76%, a fronte di una media negli altri paesi del 75,7%, e il tasso di suicidio è di 2,5 casi ogni 100.000 abitanti, a fronte di una media di 6,5 su 100.000.
Mentre, per quanto riguarda la salute fisica, preoccupano i tassi di sovrappeso e obesità dei bambini: l’Italia è 31° posto, con il 36,9% di bambini e ragazzi tra 5 e 19 anni in questa situazione.
Inoltre, l’89% dei bambini ha ricevuto la seconda dose di vaccino contro il morbillo nel 2018.
Il nostro Paese è 15° nel campo delle “competenze”: il 58,1% dei ragazzi di 15 anni possiede competenze di base di lettura e matematica (rispetto ad una media complessiva del 62,3%), mentre quelli che fanno facilmente amicizia sono il 79,3% (rispetto ad una media del 75,5%). Sono NEET l’11% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni (rispetto a una media del 6%).
Infine, per quanto concerne l’inquinamento dell’aria dovuto alla concentrazione media annuali di PM2,5, l’Italia ha un valore pari a 16,8 microgrammi per metro cubo, più alto della media (13,7 mpmc.).
Molti dei Paesi più ricchi del mondo, che pure dispongono delle risorse necessarie per garantire a tutti i loro bambini una infanzia felice, stanno fallendo questo obiettivo – A meno che i governi non intraprendano azioni rapide e decise per proteggere il benessere dell’infanzia nell’ambito delle loro risposte alla pandemia, dobbiamo continuare ad aspettarci un’impennata dei tassi di povertà minorile, un deterioramento della salute mentale e fisica e un crescente divario di competenze tra i bambini.
Una riflessione supportata dai dati generali emersi dallo studio. Nella maggior parte degli Stati oggetto di indagine, infatti, meno di 4 bambini su 5 si ritengono soddisfatti della loro vita.
In oltre un quarto dei Paesi ricchi la mortalità dei bambini è ancora superiore a 1 decesso ogni 1.000 nati vivi. E i tassi di obesità e sovrappeso fra i bambini sono aumentati negli ultimi anni: circa un terzo dei bambini è obeso o sovrappeso, con i tassi in rapido incremento nell’Europa meridionale.
Per quanto riguarda le competenze, in media il 40% dei bambini nei paesi OCSE e UE non possiede competenze di base di lettura e matematica all’età di 15 anni.
Il rapporto contiene anche dati su evidenti aree di progresso nel benessere dei bambini.
In media, il 95% dei bambini in età prescolare è iscritto a programmi di apprendimento organizzati, mentre il numero di giovani tra i 15 e i 19 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione (NEET) è diminuito in 30 dei 37 Paesi analizzati.
“Tuttavia – avverte l’Unicef – questi importanti traguardi rischiano di diminuire a causa dell’impatto dovuto al COVID-19”
Per questo motivo, sulla base del rapporto e di questi ultimi sviluppi, l’UNICEF chiede che vengano messe in atto alcune azioni concrete per proteggere e migliorare il benessere dei bambini:
– azioni decisive per ridurre la disuguaglianza di reddito e la povertà e assicurare che tutti i bambini abbiano accesso alle risorse di cui hanno bisogno;
– rispondere rapidamente ai forti divari nei servizi per la salute mentale dei bambini e degli adolescenti;
– aumentare le politiche per le famiglie per migliorare il bilanciamento lavoro-famiglia, soprattutto l’accesso ad assistenza all’infanzia nei primi anni di vita di alta qualità, flessibile e a un prezzo accessibile;
– rafforzare le azioni per proteggere i bambini da malattie prevenibili, fra cui invertire le recenti riduzioni delle vaccinazioni contro il morbillo;
– migliorare le politiche per il COVID-19 che sostengono le famiglie con bambini e garantire che i bilanci che sostengono il benessere dei bambini siano interamente protetti dalle misure di austerità.
Bruno Albertinelli