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CRONACA | 25 febbraio 2020, 10:34

Coronavirus: Preoccupazione dell’Osapp per situazione carceri

Coronavirus: Preoccupazione dell’Osapp per situazione carceri

 L’ Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – Osapp – si fa oggi portavoce del “grave allarme e preoccupazione da parte del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio negli istituti penitenziari”. Rispetto a tali segnali e benchè non si voglia, come Sindacato nazionale del Corpo di Polizia Penitenziaria, alimentare condizioni di grave tensione, l’Osapp “ritiene che gli Organi dell’Amministrazione penitenziaria, avvalendosi dell’opportuno indirizzo politico, debbano prendere in particolare considerazione alcune specifiche situazioni”.

Gerardo Romano, sostituto commissario della polizia penintenziaria, 37 anni di servizio, sposato con un figlio già laureato, è il vice-segretario generale nazionale del sindacato Osapp

Ed è lungo l’elenco delle condizioni a rischio: dai colloqui dei detenuti laddove e, come sta comunque avvenendo, i parenti dei ristretti e i soggetti autorizzati possono pervenire all’istituto penitenziario dalle zone soggette a contagio; dai generi alimentari per i quali il Personale di Polizia Penitenziaria è tenuto ad effettuare i necessari controlli e che altrettanto possono pervenire da zone a rischio. E poi dall’ art.21 (lavoro all’esterno) oltre che per i ristretti che fruiscono di permessi, che altrettanto potrebbero avere contatti con persone a rischio contagio ai piantonamenti in ospedale, per la presenza di soggetti contagiati all’interno degli stessi nosocomi, ovvero per i contatti con pubblico e soggetti provenienti da tali zone.

E ancora: i rischi per coloro che pervengono dalla libertà al carcere e che pur non presentando particolari sintomatologie possono essere portatori di contagio, non risultando le sedi penitenziarie destinatarie/munite dei necessari controlli preventivi quali “tamponi” e analisi del sangue, al Personale di Polizia Penitenziaria che si reca in congedo o in permesso oppure proviene dalle zone soggette a contagio ove risiedono i familiari o che sono sede dei propri interessi, ovvero che potrebbe rischiare di non potervisi recare ovvero di non potere far rientro nelle sede di lavoro.

L’Osapp cita ancora i  corsi di formazione quali gli attuali per allievo agente dei 176° e 177° corso, presso le Scuole di Formazione situate al Nord quali quelle di Cairo Montenotte (in cui sarebbero state sospese le lezioni relegando però i corsisti nelle proprie camere) Verbania e Parma. Il sindacato chiede ancora che “siano tenute in debita considerazione nell’articolazione dei servizi e/o nella possibile concessione di congedi straordinari e di permessi le situazioni in cui, stante la perdurante chiusura degli istituti scolastici, il Personale del Corpo e in generale in servizio nelle strutture, soprattutto se in condizione di monoparentalità, non possa provvedere adeguatamente alla propria prole”.

Più in generale il sindaco evidenzia “le molteplici possibilità di pericolo che la promiscuità e la complessità del sistema penitenziario può presentare, devono ulteriormente rammentarsi quali possano essere le conseguenze di una situazione di contagio all’interno di zone, per propria natura istituzionale, destinate a contenere e ad racchiudere numerosi soggetti e come sia proprio la Polizia Penitenziaria oltre all’utenza quella che ne potrebbe subire le più dirette e gravi conseguenze per cui oltre a richiedere che dell’attuale Personale del Corpo sia evitato al massimo il contatto diretto con i detenuti di coloro che per età o per pregresse patologie, soprattutto se di carattere respiratorio, potrebbero presentare maggiori rischi, si richiede che sia al più presto disposta una adeguata dotazione per il Personale di guanti e mascherine”.

pi.mi.

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