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CRONACA | 09 aprile 2019, 16:26

Processo Longarini, tutti assolti

Il giudice Guido Salvini del tribunale di Milano ha sentenziato assoluzione per l'ex pm di Aosta e per gli altri imputati, Gerardo Cuomo e Sergio Barathier. Gli avvocati: 'riabilitato il nome di Pasquale Longarini'; 'quella di oggi è una sentenza che conferma la verità dei fatti'

Da sn Pasquale Longarini e Gerardo Cuomo

Da sn Pasquale Longarini e Gerardo Cuomo

Perchè "le prove raccolte non sono sufficienti" (art 530 comma 2) per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità e perchè' "il fatto non sussiste" per il reato di favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio (accusa mossa al solo magistrato) il giudice del tribunale di Milano, Guido Salvini, ha assolto oggi in udienza in rito abbreviato l'ex procuratore capo di Aosta, Pasquale Longarini e i coimputati Gerardo Cuomo (titolare del Caseificio valdostano) e Sergio Barathier (proprietario dell'Hotel Royal di Courmayeur). Per Longarini, il pm Giovanni Polizzi aveva chiesto tre anni di carcere; per Cuomo due anni e due mesi per Barathier.

Gli avvocati Jacques Fosson e Fulvio Simoni difendevano l'imprenditore turistico Barathier; i colleghi Federico Lozzi e Maria Rita Bagalà assistevano Cuomo; Claudio Soro e Anna Chiusano difendevano Longarini. "Siamo molto felici - ha commentato Chiusano - perché, dopo anni di agonia, è stato riabilitato il nome di Pasquale Longarini".

Per Jacques Fosson, 'abbiamo sempre creduto e confidato nell'esito positivo di questa vicenda. Quella di oggi è stata una 'sentenza-conferma', se mi è consentito il termine, che ristabilisce la verità dei fatti. Attendiamo di leggere le motivazioni per un quadro più preciso".

Interpellato dall'Ansa, il procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna, ha commentato: "Umanamente e professionalmente sono contentissimo dell'assoluzione di Pasquale Longarini. In Italia vige il principio di non colpevolezza fino a prova contraria, e adesso, in primo grado, è stata riconosciuta la sua innocenza".

Il magistrato, che il 30 gennaio 2017 era stato posto agli arresti domiciliari, era accusato di avere aiutato Cuomo, nell'aprile 2015, "ad eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino" in un "procedimento penale" in "materia di criminalità organizzata, rivelandogli" di essere sottoposto a intercettazioni telefoniche. Per questo motivo, l'imprenditore avrebbe interrotto le conversazioni con il boss Giuseppe Nirta, assassinato in Spagna nel giugno 2017.

Sergio Barathier per l'accusa era stato indotto da Longarini, che era pubblico ufficiale e che stava trattando un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati fiscali (poi conclusosi con l'assoluzione, ndr) "ad effettuare - si legge nel capo di imputazione - forniture di prodotti dal Caseificio valdostano", di proprietà di Cuomo. Per quest'ultimo, anche lui considerato 'induttore' insieme al magistrato, il pm ha proposto due anni di carcere. Tutte accuse per le quali secondo il giudice di primo grado non sono state acquisite prove certe.

Nell'ambito del processo erano state acquisite - come chiesto dal pm Polizzi - le circa 3.000 pagine dell'operazione 'Geenna' sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. 

patrizio gabetti

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