A sei mesi dall'insediamento del nuovo direttivo ANAAO-Assomed, la più rappresentativa organizzazione sindacale dei medici e dirigenza sanitaria ospedaliera in Italia e in Valle d’Aosta, il Segretario Regionale Dott. Riccardo Brachet Contul, chirurgo ospedaliero, insieme al Vicesegretario Dott. Piero Sirianni e ai Dott.ri Marco Di Giovanni, Laura Caramanico, Antonio Ciccarelli, Valentina Vinciguerra e Patrizia Falcone, evidenzia chiaramente le crescenti preoccupazioni e il cattivo stato di salute della Sanità pubblica in Valle d'Aosta.
"I cittadini - si legge in una lettera - del sindacato ANAAO- Assomed Valle d’Aosta - forse non sanno che negli ultimi 4 anni si sono succeduti 4 assessori regionali alla sanità; attendiamo dopo pochi mesi di governo regionale il quinto…, e parimenti si sono succeduti 4 Direttori Generali - ora commissariata da mesi - dell'unica azienda USL presente in regione: con questi continui avvicendamenti, secondo voi, come si può parlare di progettazione e investimenti per la Sanità pubblica regionale?".
Diversi specialisti ospedalieri (radiologi, pneumologi, anestesisti, pediatri, ortopedici, medici di pronto soccorso per fare solo un esempio) con anni di esperienza hanno chiesto il trasferimento o si sono licenziati per trasferirsi all'estero o nel privato. A questi si aggiungono i numerosi pensionamenti in corso e nei prossimi 5 anni (in alcuni casi anche prepensionamenti!). Chi li sostituirà? si chiede il sindacato che precisa: "In una regione periferica, non adeguatamente servita da ferrovia e aereoporto, con l’autostrada tra le più costose d'Italia? E soprattutto in presenza di progressivo definanziamento della sanità e la mancanza di incentivi economici e professionali per medici e dirigenti sanitari?".
Di fatto - si legge nella lettera dell'ANAAO Assomed Valle d’Aosta - la sanità ospedaliera in Valle si sta trasformando sempre più velocemente da centro di eccellenza e di rilievo nazionale in piccolo presidio periferico per trattamento di emergenze/urgenze, con fuga degli specialisti da un lato e il mancato arrivo dall'altro. Noi non vogliamo questo, ma pare evidente che solo coloro che lavorano in ospedale non lo vogliano; tutti gli altri tacciono!".
Le conseguenti (e sempre più frequenti) carenze quantitative e qualitative dei servizi sanitari ospedalieri e/o le liste di attesa vengono affrontati con esternalizzazione a strutture private, invece di cercare di rafforzare il sistema pubblico! Spiega la lettera: "Per le motivazioni sopra esposte, i concorsi indetti per nuovi specialisti o vanno deserti oppure riscuotono adesioni ben al di sotto dei fabbisogni, per non parlare dell'obbligo di superare contestualmente l’esame di lingua francese, che disincentiva ulteriormente l’arrivo di professionisti sanitari in Valle".
I sindacati regionali lo dicono da anni, in primis l'ANAAO-Assomed, restando inascoltati dai vari governi regionali che, al contrario, hanno sempre affermato che la situazione è assolutamente sotto controllo. Che lo chiedano ai medici, ai dirigenti sanitari e ai cittadini!
Prosegue la lettera: "Ultimamente, sembra che anche i vertici aziendali abbiano cambiato parere, iniziando con parecchio ritardo a rendersi conto della situazione alquanto critica che sta attraversando la sanità ospedaliera valdostana.
Per quanto riguarda il tema della sicurezza per sanitari e pazienti in Pronto Soccorso, si assiste a un incremento dei tempi di attesa e, cosa alquanto rara sino a pochi anni fa, si verificano più frequentemente episodi di violenza contro medici e sanitari che lavorano già in condizioni di disagio a causa di modifiche strutturali dell'organizzazione del pronto soccorso (anche esso eccellenza sino ad alcuni anni fa) e delle carenze di organico. Comunque, al momento, mentre parecchi ospedali delle altre regioni si sono organizzati, il pronto soccorso del Presidio U. Parini è sprovvisto di posto polizia con poliziotto presente stabilmente in sede per almeno 12 ore al giorno, tutti i giorni della settimana".
In sintesi: negli ultimi anni le amministrazioni regionali e aziendali, in continuo cambiamento, invece di difendere l'autonomia regionale e, conseguentemente, l'eccellente sanità pubblica valdostana attraverso reali deroghe alle normative nazionali in materia di sanità ospedaliera, hanno messo in atto il ridimensionamento di reparti e il definanziamento costante delle attività ospedaliere. In pratica hanno usato la sanità valdostana (come accade anche nelle altre regioni) come “bancomat” cui attingere milioni di euro per impiegarli in altre attività considerate più importanti, invece di tutelare maggiormente la salute di tutti i cittadini, rifinanziando il sistema per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari, per non far fuggire professionisti e per attrarre specialisti da altre regioni.
Unico debole investimento economico e di personale qualificato è stato fatto per il sistema dell'emergenza/urgenza territoriale in modo tale che, in caso di incidenti, traumi, malattie acute ci siano medici e infermieri a disposizione in ambulanza in qualsiasi punto della regione. Peccato che, tra pochissimo tempo, chi arriverà in ospedale vi troverà pochi letti, pochi medici e pochi sanitari “tuttofare”. Anche molti altri ospedali periferici in Italia sono in grave sofferenza di personale e servizi, ma le altre regioni possono offrire in alternativa altri ospedali pubblici magari di poco più lontani da quelli chiusi o in crisi; invece cosa faranno i cittadini valdostani? Dove andranno per trovare specialisti o servizi o trattamenti che sino a pochi anni fa erano “fiori all'occhiello” della regione?
Evidenzia il sindacato: "COLPIRE LA SANITÀ PUBBLICA È COLPIRE UNO DEI DIRITTI ESSENZIALI: LA SALUTE DEI CITTADINI".
Le criticità "che stanno portando al collasso il sistema sanitario anche in Valle d’Aosta, prima fra tutte la corsa al pensionamento e la fuga dei medici ospedalieri verso il privato" secondo l'ANAAO- Assomed Valle d’Aosta "nascono dal disagio lavorativo crescente e dall’assenza persistente di progetti e investimenti. La situazione è grave e le prospettive future saranno peggiori, se non si interviene da subito a rifinanziare adeguatamente la sanita pubblica regionale e nazionale! E in gioco non solo il futuro di un lavoro al servizio di un bene costituzionalmente tutelato ma anche quello della sanità pubblica e nazionale".











