Nello stabilimento Elca srl di Verrès il Savt è un sindacato "palesemente 'di comodo'". Lo scrive il giudice del lavoro di Aosta Maurizio D'Abrusco nel decreto con cui ha ordinato la "immediata cessazione dei comportamenti antisindacali qui accertati nei confronti della Fim Cisl" e "la immediata reintegrazione" di un operaio trentottenne di Pont-Saint-Martin, rappresentante sindacale dei lavoratori in azienda (Rsa) - che si occupa di finitura di metalli - per la Fim Cisl.
Un dipendente eletto rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e Rsa per il Savt ha ammesso di non aver "assunto alcuna iniziativa sindacale a tutela dei lavoratori" e di "non conoscere neppure il nome del segretario generale del Savt": è quindi un soggetto, scrive il giudice, "che fa comodo all'azienda, sia come Rls sia come Rsa". E' inoltre stato "eletto dai dipendenti su espressa indicazione del responsabile aziendale", che "ha persino presenziato alla riunione dei lavoratori in cui si è svolta la votazione".
Responsabile aziendale che - hanno confermato cinque lavoratori - "aveva anche inopinatamente influenzato la votazione, proponendo espressamente" l'Rls e "presentandolo quale persona che parla l'italiano, conosce le leggi ed avrebbe tutelato al meglio i loro interessi". Il responsabile aziendale ha però negato la circostanza e per questo il giudice ha disposto la trasmissione degli atti in procura in relazione al "reato di falsa testimonianza".
Nei confronti dell'Rsa della Fim Cisl, scrive il giudice nel provvedimento del 25 luglio scorso, l'azienda ha avviato "procedimenti disciplinari per lo più sfociati in un nulla di fatto, evidentemente finalizzati a ostacolarne l'attività sindacale o aventi carattere ritorsivo". Ha inoltre "comunicato ai lavoratori la possibilità di sottoscrivere un modulo di recesso dal sindacato, evidenziando di farlo immediatamente in quanto nel mese di gennaio (2018, ndr) avrebbe potuto essere loro trattenuta l'intera quota associativa annuale". Ai lavoratori iscritti alla Fim Cisl l'azienda ha negato "l'anticipo del Tfr, riconoscendolo invece nei confronti dei lavoratori non iscritti al sindacato e non aventi parimenti diritto". I soli iscritti alla Fim Cisl sono poi stati lasciati in "ferie forzate nel mese di dicembre 2017, utilizzando in loro sostituzione i lavoratori interinali". La società Elca, sempre secondo il giudice D'Abrusco, ha agito "di fatto agevolando un sindacato palesemente 'di comodo', il Savt, indirizzandovi lavoratori interinali, cooptati dall'azienda al fine di 'bilanciare' l'azione 'agguerrita' della Fim Cisl". L'operaio quindi è stato licenziato "immotivatamente" all'unico "fine di impedirgli di continuare a svolgere la funzione di Rsa in seno all'azienda, in danno della federazione sindacale ricorrente", la Fim Cisl, a cui Elca è stata inoltre condannata a pagare le spese di lite (poco più di sette mila euro per onorario).