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ATTUALITÀ POLITICA | 15 maggio 2018, 08:00

SICUT DIXIT ELETTORALE: Anaïs Réan ‘La Valle d’Aosta ha un ruolo importante da giocare in Europa

SICUT DIXIT ELETTORALE: Anaïs Réan ‘La Valle d’Aosta ha un ruolo importante da giocare in Europa

“Ho deciso di candidarmi perché sono convinta di poter porre al servizio della mia regione ciò che ho imparato attraverso anni di studi universitari e di esperienze lavorative di diverso profilo”. Ha le idee chiare Anaïs Réan, candidata nel Mouv, che vuole regalare alla Valle d’Aosta le esperienza maturate a livello internazionale.

Per due anni e mezzo ha lavorato nella gestione delle risorse umane per la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, Anaïs Réan pensa che la Valle d’Aosta possa farcela?

“Per il bene della Valle d’Aosta, spero che vengano scelte non solo persone capaci, ma anche oneste”.

Ma basta?

“Non credo che basti essere una brava persona per poter fare politica, sono necessarie competenze, doti diplomatiche e relazionali, capacità di analizzare situazioni complesse e di trovare soluzioni alternative”.

Mi faccia capire chi è Anaïs Réan…

“Ho 28 anni e sono nata e cresciuta in Valle d’Aosta, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Ho poi proseguito i miei studi a Torino e Roma conseguendo un Master in Giornalismo, uno in Global Studies e uno in Gestione delle Risorse Umane. Ho avuto le mie prime esperienze lavorative presso il Ministero degli Affari Esteri e le Nazioni Unite. In seguito, ho lavorato dapprima per una società di oil & gas e poi mi sono occupata di sviluppo business per una start up a Dubai. Mentre ero ancora a Dubai e mi occupavo di marketing e comunicazione presso un’organizzazione paragovernativa, mi è stata offerta la possibilità di tornare a lavorare per le Nazioni Unite e l’ho colta subito trasferendomi a Roma”.

E la Fao?

“L’Organizzazione impiega più di 13.000 persone in oltre 130 paesi. La principale risorsa della FAO sono proprio le persone che ci lavorano e all’inizio ricordo di essere stata impressionata dall’attenzione posta nei processi di selezione per tutti i livelli, dal direttore allo stagista. Solo mettendo le persone giuste al posto giusto l’Organizzazione può portare avanti la propria missione”.

Quindi il modello Fao spalmato anche in Valle?

“Si ritengo che questo approccio debba essere applicato anche in Valle d’Aosta, dalla politica alla pubblica amministrazione, fino alle partecipate. I processi di selezione e nomina devono essere trasparenti e basati sulla meritocrazia, solo in questo modo la macchina può lavorare in modo efficiente”.

Efficienza; ma per essere efficienti servono anche soldi…

“Non sono necessari investimenti proibitivi, si tratta semplicemente di implementare regolamenti e buone pratiche a beneficio dell’intera comunità valdostana”.

Bene. Allora pensa di poter contribuire al risanamento della Valle d’Aosta?

“Lavorare per un’organizzazione internazionale mi ha permesso anche di venire a contatto con le politiche di collaborazione tra stati e organismi diversi. La condivisione di obiettivi comuni, promossa attraverso accordi e impegni, promuove una dinamica win-win che genera benefici per entrambe le parti”.

Vuole dire che la Valle d’Aosta è isolata?

“Sì. La Valle d’Aosta deve uscire dall’isolamento stagnante in cui si ritrova al momento e sfruttare la sua realtà di regione alpina transfrontaliera per aprirsi dapprima verso la Francia e la Svizzera e poi verso l’Europa”.

E come?

“Implementando accordi ed impegni che abbiano una ricaduta concreta sulla Valle d’Aosta e non siano solo incontri conviviali a spese di cittadini. La nostra regione ha un ruolo importante da giocare in Europa per valorizzare le nostre risorse quali l’autonomia, il bilinguismo e il patrimonio culturale e naturalistico”.

Ma con chi?

“Dobbiamo trovare altri attori con interessi comuni ai nostri e promuovere azioni condivise devono essere tra le priorità del governo regionale”.

Scusi: Anaïs Réan è un cervello in fuga o un cervello di ritorno?

“Da ragazza giovane che ha cercato la sua strada fuori dalla Valle d’Aosta, non posso non considerare quanto ho appreso l’esperienza negli Emirati Arabi Uniti. In quel mercato iper-concorrenziale, ho conosciuto giovani imprenditori che, partendo con un’idea, in una settimana hanno avuto la possibilità di aprire la loro start up ed iniziare a fatturare”.

Tra la nostra regione e gli Emirati Arabi uniti c’è una bella differenza…

“È ovvio che la realtà valdostana non possa essere paragonata a quella di Dubai, ma la regione può, anzi deve, lavorare per incentivare e tutelare le imprese locali”.

Quindi la Valle d’Aosta, fatte le debite proporzione, potrebbe clonare il modello arabo?

“Le modalità del successo del modello emiratino sono rintracciabili anche nello snellimento della burocrazia, nelle facilitazioni di accesso al credito e nelle politiche fiscali e contributive mirate allo sviluppo economico. Sono elementi che anche la Valle d’Aosta può, e deve, prendere in considerazione per favorire gli imprenditori valdostani e tornare a crescere”.

In concreto, eletta o no cosa propone?

“Vorrei mettere a disposizione della Valle d’Aosta la mia esperienza nel marketing e nella comunicazione, lavorando per una promozione turistica regionale forte ed incisiva, che favorisca anche la collaborazione fra operatori turistici, commerciali e del settore agricolo a vantaggio della crescita economica valdostana”.

Merci

red. pol.

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