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CULTURA | 12 aprile 2018, 11:30

L’Apocalisse non è una catastrofe ma una rinascita

Lucilla Giagnoni

Lucilla Giagnoni

Lo spettacolo Apocalisse, in scena martedì 17 e mercoledì 18 aprile alle ore 21, al Teatro Splendor di Aosta, di e con Lucilla Giagnoni, s’ispira all’ultimo libro della Bibbia. Apocalisse non vuol dire come ormai è in uso nel linguaggio comune “Catastrofe” e, di conseguenza, “Fine”, ma, bensì “Rivelazione”, “Guarda”, “Racconta ciò che hai visto”. Sono queste le indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. In un mondo di ciechi che credono di vedere e, dunque, di sapere, il mistero si rivela solo a chi sappia guardare, a chi abbia occhi nuovi.

Cecità e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il Testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di indagine sull’Uomo vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un nuovo Inizio e una nuova Vita per chi impara a Vedere.

E’ la storia dell’evoluzione della Coscienza: un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse, una Ri-Nascita.

Con Apocalisse la Saison Culturelle completa la presentazione della trilogia della “spiritualità” composta dallo spettacolo Vergine madre, ispirato al percorso di salvezza raccontato nella Divina Commedia e dallo spettacolo Big Bang che, a partire dall’ultima parola della Divina Commedia, Stelle, e dai primi due capitoli del libro della Genesi, indaga sull’Inizio e sulla Creazione facendo dialogare il linguaggio della scienza con quello della teologia e quello del teatro. Apocalisse indaga sul vero significato della Fine.

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