L'esame del Dna ha sciolto gli ultimi dubbi: il teschio e il femore umani rinvenuti l'11 gennaio scorso da un alpino durante esercitazioni militari in località Saumont ad Aosta sono quelli di Giampiero Ugolin, fotografo aostano classe 1947 di cui da tre anni e mezzo si erano perse le tracce. Al nome di Ugolin gli investigatori dei carabinieri di Aosta erano giunti dopo pochi giorni di indagini perchè proprio del fotografo era la piccola pistola calibro 6,35 tipo Derringer trovata in una sacca vicino ai resti. L'arma era carica ma risulta non aver mai sparato.
Ma com'è morto l'aostano? L'esame del Dna, effettuato su poco e deteriorato materiale, non lo dice.
Dalle indagini è anche emerso che Ugolin nel 2014 avrebbe detto ad alcuni amici che sarebbe andato in India a godersi la pensione. Era stato un dipendente delle Poste e un apprezzato fotografo in ambito commerciale ed editoriale. Nel 1993 aveva partecipato alla mostra 'Viaggio fotografico all'interno della Valle d'Aosta' ideata dal fotografo Gianfranco Maccaferri e realizzata dalla Regione, che stampò anche un catalogo. Aveva anche effettuato reportage fotografici in Cina, Perù (lungo il cammino degli Incas), in India, nello Yemen del Nord e nel deserto del Sahara per conto di un importante gruppo editoriale nazionale. Tra le sue esposizioni personali, l'esordio nel 1985 all'Hotel de la Ville di Aosta ('Ville Nouvelle. Nuovi paesaggi urbani e Parigi 1975-1985) e quella del 1994 a Courmayeur.
Ma del viaggio annunciato poco prima di morire, pare invece non vi sia traccia: cul conto corrente di Ugolin non risultano esserci operazioni in uscita dall'autunno del 2014 ad oggi e non si trova l'eventuale rinnovo del passaporto. Un uomo riservato, con tutta evidenza: la sorella avrebbe riferito di non avere contatti con lui dal 1994 e nel settembre scorso, risultando da tempo irreperibile, era stato cancellato dall'anagrafe di Aosta.