"Non è successo nulla, qui è tutto a posto". Questo ha detto questa mattina (e comprensibilmente), la dirigente dell'Istituzione scolastica San Francesco di Aosta al cronista che chiedeva notizie sull'arrivo a scuola, mezz'ora prima, di tre poliziotti della Squadra Volante della questura. In realtà qualcosa è successo, alla San Francesco. L'altro giorno un gruppetto di studenti di circa 13 anni che frequentano le medie erano fermi in piazza, vicino all'ingresso della scuola: quando hanno visto arrivare il loro insegnante di religione hanno iniziato a schernirlo con epiteti razzisti, storpiandone il cognome.
Lui non l'ha presa bene, anzi: si è parato di fronte ai ragazzini intimando loro di smettere ma questi hanno mantenuto il loro atteggiamento da 'bulli', inaccettabile per il prof che a questo punto, dopo averli minacciati di allertare le Forze dell'ordine, si è segnato i loro nomi e ha riportato l'accaduto alla dirigente scolastica. Questa mattina è in effetti arrivata la polizia, allertata però non dalla scuola ma dalla madre di uno dei preadolescenti indicati dal docente quali autori della derisione.
La donna voleva denunciare la dirigente scolastica e il prof, 'colpevoli', secondo lei, di aver accusato ingiustamente suo figlio. "Lui in effetti quando è accaduto questo brutto episodio era insieme a quei suoi compagni di scuola - spiega la mamma - ma conosco bene mio figlio e non credo affatto che possa avere atteggiamenti da 'bullo' né tantomeno che sia capace di schernire un professore". Gli agenti hanno acquisito informazioni sull'accaduto, hanno tranquillizzato gli animi ma non è stata formulata, almeno per ora, alcuna denuncia.
"Il problema - sostiene la madre del ragazzino - è che io e mio marito siamo separati e i figli delle coppie separate sono spesso 'guardati a vista' dagli insegnanti, che li considerano ragazzi con problemi maggiori rispetto ad altri; almeno questa è la mia sensazione". Un'accusa generica mossa spesso anche da altri genitori separati, che però il mondo della scuola respinge con decisione.
"Semmai i figli dei separati sono ancor più tutelati e 'compresi' rispetto ai loro coetanei che vivono situazioni familiari serene", sostengono alcuni insegnanti della San Francesco.