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CULTURA | 31 luglio 2017, 09:30

Cucina & affari. Il marchio è tutto. E a Taipei c’è Giancarlo Zecchino

Cucina & affari. Il marchio è tutto. E a Taipei c’è Giancarlo Zecchino

Andare a Taiwan può essere un’ occasione unica di un vero viaggio esotico nel Far East: area del mondo in continua trasformazione  -   luogo d’incanto e di atmosfere  -   dove trovare all’ombra di grattacieli e di avveniristiche architetture, inattese quanto inalterate tradizioni dell’antico Catài. In questo angolo tropicale di leggende e di gusti raffinati, lo sguardo di un nostro connazionale s’è soffermato sulla città di Taichung, ovvero il  “centro di Taiwan”… Natura talvolta primordiale, mari da fiaba ; immersioni in paesaggi sonori di valli sommerse e scogliere oceaniche simili a quelle della terraferma, tribù aborigene, storia e storie…

Arrivato dieci anni fa nella terza città del Paese (Taichung, ndr;   i primi due agglomerati urbani sono Taipei e Kaohsiung ),   dopo essersi laureato con il massimo dei voti a Torino in Mediazione culturale con indirizzo in studi orientali  -  Giancarlo Zecchino (ecco il personaggio! foto)  -   ci rimane un anno per completare un corso di perfezionamento della lingua cinese, specializzandosi in cinese turistico e cinese commerciale; poi vince una borsa di studio di 24mila euro emessa dal governo taiwanese, e si trasferisce a Taipei , la capitale, per frequentare un corso di laurea specialistica in Didattica della lingua cinese all’Università Normale di Taiwan, laureandosi nel 2014, con una tesi dal titolo “Come scrivere un manuale di cinese turistico per le guide turistiche italiane”.  

«E’ stata una bella sfida  -   racconta  Giancarlo Zecchino, tra il felice e il commosso  -  ero io insieme ad altri due ragazzi europei e poi una trentina di studenti taiwanesi. L’intero corso era tenuto in lingua cinese, tutte le dispense ed i manuali erano in cinese, gli esami e la tesi di quasi trecento pagine da scrivere in cinese...Sono stati anni di intenso studio. Un periodo molto impegnativo, ma fortemente formativo che ha segnato per sempre il mio percorso professionale» .  

Infatti, seppur nel 2013, fonda la Siali International con sede a Taichung City  -  ‘con l’obiettivo di continuare a lavorare come interprete e consulente per le aziende italiane interessate al mercato cinese -  ma due anni dopo  decide di ritornare alla passione della sua vita, di ritornare alla didattica.   «Amo troppo il mondo dell’educazione! Ho anche partecipato e vinto un concorso all’Università di Lecce come docente di lingua cinese, ma quando ho ricevuto il conferimento dell’incarico ho rifiutato...non mi andava di rinunciare a tutto quello che avevo già costruito qui e alle aspettative che questo mi aveva creato, per un contratto da precario!».

Così nel 2015 dà vita a Siali Academy, una scuola di cucina e cultura italiana, perché  -   secondo Giancarlo   -  «non si possono scindere le due cose, e uno chef cinese che vuole proporre la nostra cucina deve studiare ancora di più di uno chef italiano per dare vita a dei piatti autentici». Detto questo… Alla fine del 2015 pubblica un manuale di lingua italiana per principianti e un manuale di lingua italiana applicata alla cucina, due libri che danno ancora più visibilità alla sua Siali Academy che stabilisce rapporti di collaborazione con i più importanti importatori e ristoratori di cucina italiana a Taiwan, con le università e gli istituti alberghieri presenti su tutto il territorio.

«Ho lavorato come mediatore dal 2010 nei settori più disparati dalla meccanica alla cosmetica, dal design al turismo, ma alla fine ho capito che il mondo del business e del trading non erano la mia strada. Infatti, ho iniziato a lavorare nella ristorazione quando avevo quattordici anni, ho lavorato in locali storici come il Baratti&Milano di Torino; e poi ho una formazione come docente che è il tratto che mi contraddistingue, fare il docente fa parte del mio DNA,  ho unito i puntini ed è nata Siali Academy».  

Imprenditore&fotografo (sue le foto del servizio) ispirato… «Ora il prossimo obiettivo è formare il maggior numero possibile di chef cinesi, introdurli alla lingua e alla cultura italiana, far loro apprezzare la nostra tradizione culinaria che non deve essere solo un prodotto da vendere ma un’eredità culturale. In Oriente c’è una grande voglia di Italia e di professionisti italiani che diano sempre più visibilità ai ‘prodotti di casa’, pertanto l’invito che faccio a chi sta pensando di trovare nuovi stimoli all’estero è di individuare un settore, studiare, e di trasferirsi in questa parte del globo».   Anche perché, a quanto riporta Giancarlo, «… i cinesi sono un popolo molto ospitale che ha profondo rispetto e incanto  verso la nostra cultura. Taiwan poi, nello specifico, è una nazione in cui tutto sembra più facile, dalla burocrazia ai trasporti pubblici; tutto funziona e non c’è criminalità».  

Quando poi gli chiediamo cosa gli piace di più di Taiwan, la risposta è pronta e senza esitazione: « i taiwanesi  -  persone molto amichevoli  -   e curiose verso tutto ciò che viene da fuori».   Insomma, un popolo che gli ha insegnato ad essere più efficiente nel lavoro ed ancora più intraprendente nella vita.  

Da segnarsi in agenda

Documento di frontiera. Passaporto con almeno 6 mesi di validità dalla data di ingresso nel Paese.

Come arrivare. In aereo, da Roma, non-stop, con i wide-bodies di China Airlines (tel. 06.4985606). Durata del volo: 12 ore.

Dormire e mangiare. A Taipei: Landis  Hotel; a Hualien (Taroko Gorge): Silks Place; a Sun Moon Lake: Fleur de Chine; a Kaohsiung: Grand  Hi Lai Hotel.

Richiami turistici. A Taipei: il Memoriale di Chiang Kai-shek, National Palace Museum, i molti templi e i mercati; nella vicina Tamsui: il Forte di Santo Domingo. A nord di Taipei: le formazioni rocciose di Yehliu, le scogliere e la cascata di Wulai. Spa termali e  le cascate di Jiaoxi. A Taichung: le testimonianze del passato coloniale del Sol Levante e le bancarelle notturne di piatti tradizionali, a 170 chilometri da Taipei ; la cultura del tè dell’omonima regione , il culto della divinità taoista Mazu (la dea del mare) e le statue del Buddha gigante di Wufeng e Changhua. A Hualien: le piantagioni di tè, la Gola di Taroko  e i villaggi aborigeni. A Kaohsiung: i parchi, il fiume dell’Amore. Le numerose pagode. All’estremità dell’isola: Kenting Beach e la penisola di Hengchun, dove l’Oceano Pacifico, il Mar Cinese Meridionale e le acque tiepide del Canale di Bashi si fondono nelle interminabili spume di Paisha, South Bay, Sail Rock, Lungken. Nell’interno: le  piantagioni, la giungla di bambù, il Lago del Sole e della Luna, il monte Alishan, il monte Morrison  o Jade Mountain (Yushan), alto 3.950 metri. Nello Stretto di Formosa: le isole Penghu.

La cucina. E’ vera espressione  di piatti e stili secondo regione, interpretati al gusto di ogni singolo posto. Molte le influenze derivate da usanze culinarie delle numerose civiltà insulari.  Assaggiare: le yuwan ‘polpette di pesce’ e le bicchierate di tsuà bing (ghiaccio tritato con taro e pasta di fagioli rossi). Il tè verde, mai zuccherato, è ovunque ottimo. Insuperabili:  il vino di miglio, la frutta esotica, le marmellate e i mille dolcetti all’ananas. A colazione. Non perdere i non dolci ‘lievitati fritti’ youtiao : sorta di churros (di farina di frumento ) da intingere nella bevanda ‘latte’ di soia.

Acquisti. Porcellane, cestini, ceramiche, oggetti in legno o in giada, miniature, dipinti su rame, vestiti di seta e ventagli. Non dimenticare: le confezioni di tè e il caffè di Gukeng.

Info. Tourism Bureau, R.O.C., Friedrichstrasse 2-6, Francoforte,www.taiwantourismus.de /.Info commerciali. TAITRA Milano, tel. 02.20241008.

In calendario. I tour  di  Formosa by Aliviaggi, tel. 02.4816551.

pietro semino

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