“La nostra Regione non è immune da gravi fenomeni di criminalità organizzata”. E' quanto si legge in una nota della Cgil Valle d'Aosta, che denuncia il problema “da molto tempo” e secondo cui “quanto sta emergendo dalle inchieste di queste settimane, conferma purtroppo, un quadro ancora più inquietante in cui possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e possibili intrecci col mondo politico sono ancora più evidenti.
Emergono così i rapporti tra 'ndrangheta, imprenditoria, politica e ora magistratura”. “Sulla vicenda dell’arresto dell'oramai ex procuratore Longarini e del titolare del Caseificio Valdostano, Cuomo – si legge nella nota - diranno i magistrati che auspichiamo possano fare piena luce su una situazione che potrebbe aprire scenari ancora più inquietanti di quelli immaginati fino ad oggi”.
Secondo la Cgil VdA “ciò che è accaduto negli ultimi giorni può essere considerato uno dei più gravi episodi che hanno interessato la nostra Regione. La Valle d’Aosta è intrisa e contaminata dalle mafie e dalla massoneria deviata che ha trovato terreno fertile in ampi settori della società valdostana. Tutto questo lascerà profonde ferite nella società valdostana”.
Il Segretario della Cgil VdA, Domenico Falcomatà, sottolinea che “è arrivato il momento di dire basta e di avere il coraggio di far venire allo scoperto quanto c’è di malato”.
Per Falcomatà “deve prevalere un atteggiamento da parte di tutti improntato alla legalità partendo dalle nuove generazioni nell’intento di creare quegli anticorpi che possano far crescere una società il più possibile sana ed immune da corruzione e malaffare”.La Segreteria della Cgil aveva chiesto, il 5 settembre del 2015, che la politica intervenisse con l'istituzione di un Osservatorio Permanente per contrastare i fenomeni mafiosi che coinvolgesse, prosegue il comunicato, “Forze dell'ordine, istituzioni, forze politiche, forze sociali ed economiche, nell’intento di sviluppare indagini conoscitive sui fenomeni mafiosi, promuovendo una cultura della legalità”.
Un organismo con il compito di monitorare la situazione rispetto al rischio di infiltrazioni criminali nelle attività economiche ed in particolare quelle connesse con le assegnazioni degli appalti pubblici”.Una richiesta però che, ricorda la Cgil, “finora è caduta nel vuoto con un voto contrario della II Commissione consiliare il 27 ottobre 2015 con motivazioni assurde giustificate da 'ristrettezze di bilancio' per una spesa complessiva annua valutata in 10.000 euro”.
“Visto che una parte della politica in questi anni ha chiuso gli occhi di fronte ad un cancro che si sta inserendo sempre di più nella nostra Regione intaccando ogni aspetto della vita politica ed economica, - continua il Segretario regionale - bisogna che la magistratura, nella quale riponiamo la nostra massima fiducia, vada fino in fondo mettendo alla luce tutti gli intrecci tra economia, politica e mafia, riportando la nostra regione alla legalità”.
La Cgil Vda rinnova oggi la richiesta dell'istituzione dell'Osservatorio permanente contro le mafie, “che oggi più che mai si è reso necessario e non più rinviabile. Sarebbe anche il caso di cominciare un'attenta riflessione sull'opportunità di dividere le cariche di Prefetto e Presidente della Regione”.
“Il tema delle infiltrazioni mafiose nella nostra Regione è talmente grave che il Consiglio Regionale e la politica non possono esimersi da affrontare questa tematica - conlude Falcomatà - mettendo in atto tutte le azioni possibili per fugare ogni dubbio su possibili collusioni ed intervenendo in modo risoluto, deciso e concreto nel contrasto alla criminalità organizzata”.