“Siamo quasi un centinaio a scavare nella valanga che ha distrutto l'albergo, abbiamo raggiunto una zona semi-integra della struttura ma non abbiamo trovato superstiti”, E' rassegnato al peggio ma continua con professionalità ed esperienza a coordinare le ricerche Adriano Favre, Direttore del Soccorso alpino valdostano (nella foto) che è a Farindola, sul Gran Sasso, in quell'angolo di morte e distruzione che fino a mercoledì scorso era l'hotel Rigopiano, eccellenza alberghiera italiana, cancellato da una valanga che si è portata via ospiti e dipendenti.
La settima vittima accertata è stata estratta alle 17 di oggi, lunedì 23 gennaio, dieci sono i sopravvissuti e quasi una trentina i dispersi per i quali, spiega Favre, “le speranze di trovarli in vita sono ridotte al lumicino; non ci arrendiamo ma ormai è davvero difficile”.
E la conferma di queste parole che suonano come un verdetto è nei cani da valanga, che fino a ieri hanno lavorato incessantemente e oggi dormono accucciati nei caldi plaid nei fuoristrada o nei campi di soccorso: il loro lavoro non serve più, adesso ci si affida al miracolo, per trovare qualcuno vivo. Con Adriano Favre hanno raggiunto l'Abruzzo Valerio Segor, dirigente regionale dell'Ufficio valanghe e massimo esperto di distacchi nevosi e quattro guide del Soccorso alpino valdostano dislocate in diverse zone dell'Abruzzo, dove da mercoledì sta operando una fresa per la rimozione della neve, inviata dalla Regione con altri due mezzi sgombraneve inviati uno dal Comune di Cogne e l'altro da un privato anch'egli cognein.