La Valle d'Aosta è ancora in attesa dei fondi statali fondamentali "per consentire l'effettivo esercizio della competenza in materia di Sanità penitenziaria, al fine di garantire il pieno diritto alla salute dei detenuti, diritto costituzionalmente riconosciuto a tutti gli individui e interesse della collettività".
Lo ha dichiarato il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Enrico Formento Dojot, Difensore civico regionale, in merito alla collutazione tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria avvenuta il 27 luglio scorso. In quell'occasione alcuni agenti erano stati aggrediti da un gruppo di carcerati, esasperati dall'arrivo di altri detenuti (trasferiti da altri penitenziari) in celle già sovraffollate.
Quattro poliziotti erano stati feriti in modo non grave, la 'rivolta' era stata sedata ma la tensione nella Casa circondariale valdostana è rimasta alta.La vicenda è ora al vaglio della Procura di Aosta, e ha sollevato dure proteste dei sindacati di Polizia penitenziaria, che hanno chiesto l'intervento urgente del ministro di Grazia e Giustizia.
"Purtroppo, quell'accadimento, a mio parere, - riferisce Formento Dojot - va inquadrato in un contesto temporale preciso e delicato. Il decreto legge di inizio luglio, detto 'svuotacarceri', era apparso come un segno significativo e concreto, dopo annunci e promesse mai giunti a buon fine, di attenzione verso il mondo carcerario. Senonché, ai detenuti giungono informazioni contrastanti sull'effettiva applicazione delle misure ivi contenute, con conseguente disorientamento tra coloro che, ovviamente, vi avevano riposto grande affidamento". Secondo il garante "l'ulteriore ingresso di detenuti da altro istituto ha prodotto sicuramente nervosismo. L'auspicio è che intervenga rapidamente la legge di conversione del decreto, che porti finalmente certezze nella materia".












