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ECONOMIA | 05 novembre 2019, 23:54

Le zanne delle lobby sulle società nuova università e ospedale

Corrado Cometto, il suo nome è uno dei più accreditati per la società InVald che nascerà dalla fusione tra Nuv e Coup

Corrado Cometto, il suo nome è uno dei più accreditati per la società InVald che nascerà dalla fusione tra Nuv e Coup

Ci sono due società regionali che stanno alle lobby professionali come una banca del sangue sta a dracula. Sono le società Nuova Università Valdostana e Complesso Ospedaliero Umberto Parini sulle quali in tanti voglio azzannare quello che rimane da spolpare. Due ghiotti bocconi che le  fameliche lobby hanno individuato come rimanenti succulenti bocconcini. Infatti, per l’inerzia politica all’orizzonte non si vedono nuovi progetti e quelli in fase di esecuzione alcuni stanno per essere ultimati; altri sono destinati a diventare un monumento alle incompiute come l’aeroporto e altre opere pubbliche.

Nuv e Coup stanno stuzzicando ancor più gli appetiti delle lobby dopo che la Corte dei Conti ha sollecitato la razionalizzazione delle partecipazioni regionali; sollecitazione peraltro accolta dal Consiglio regionale il 19 dicembre 2018.

In seguito a quella deliberazione la Giunta ha affidato allo studio Andrea Bo l’incarico di analizzare la fusione tra Nuv e Coup. Un incarico che non comprenderebbe, però, indicazione sulle motivazione ed i requisiti per costituire la società InVald che sta per Infrastrutture Valdostane. Un incarico senza indicazioni sull’obiettivo e quindi la relazione finale potrebbe non essere in linea con quanto richiesto dalla Corte dei Conti perché priva delle valutazioni circa l’opportunità e l’economicità di creare una sola società.

Per rimanere agli antefatti, il primo agosto scorso Finaosta ha comunicato all’Assessore Stefano Borrello e a Bruno Milanesio, Amministratore unico della Nuv e ad Alessandro De Checchi amministratore unico della Coup, la volontà di fondere le due società per costituire, appunto la InVald.

Su incarico della Giunta, Finaosta ha avviato l’iter procedurale per giungere alla fusione delle società COUP S.r.l. (nuovo ospedale) e NUV S.r.l. (nuova università) e costituire un nuovo soggetto giuridico nel quale verranno riuniti patrimonio, obbligazioni, contratti e rapporti attivi e passivi delle società esistenti.

L’Assemblea di fusione era stata convocata per lo scorso 4 novembre, ma è stata rinviata perché non c’è accordo politico. L’ipotesi di Finaosta è che la InVald sia governata da un CdA. Infatti recentemente sul suo sito ha pubblicato il bando per la ricerca di un amministratore femminile.

Ma Alpe e Uvp propendono per un’InVald con un amministratore unico; mentre da radio scarpa si sente dire che gli assessori Stefano Borrello e Mauro Baccega gradirebbero un CdA composto dagli amministratori unici delle due società (Milanesio e De Checchi) e, appunto, da una donna come indicato da Finaosta nel sito.

E mentre la politica assiste al braccio di ferro da Baccega/Borrello vs Alpe/Uvp, dal cilindro per la candidatura di Amministratore Unico di InVald esce il nome dell’ingegner Corrado Cometto, già candidato nella lista di Alpe.

Una candidatura che desta giustificate perplessità visto che con Pallais Cometto aveva fatto ricorso contro la Nuv per la direzione lavori. Erano giunti secondi al momento dell’avvio dei lavori ed il Consiglio di Stato ha dato loro torto. Cometto, inoltre, è ancora impegnato nella redazione dello stato finale dei lavori nelle caserme che erano entrate nell’accordo con il ministero della Difesa per la permuta dei beni necessari alla costruzione della Nuova Università.

A tutto questo si aggiunge il fatto che i fondi destinati a realizzare il nuovo ospedale pare siano stati utilizzati per gli scavi archeologici nel corso dei quali è stato scoperto il guerriero Celtico che ha bloccato il cantiere. Se così fosse, oltre al probabile l’utilizzo improprio delle risorse, sono da reperire altri finanziamenti per proseguire i lavori. Di più, pare che la Giunta non abbia ancora  approvato uno stato di avanzamento lavori il che ha causato un fermo cantiere che si ripercuoterà sulle richieste di danni dell’impresa.

L’impressione è che nella maggioranza Fosson ci sia chi vuole fare terra bruciata attorno all’esistente per affermare una discontinuità politica e amministrativa che costerà cara ai valdostani.

pi.mi.

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