Sono Roberto Bonarelli, di 64 anni, nato ad Aosta e domiciliato a Sarre, Giacomo Albanini (58) nato a Novara e domiciliato a Castiglione torinese e Giancarlo Leone (56) di Torino i tre indagati che si aggiungono ai 17 già noti nell'inchiesta Geenna su presunte infiltrazione della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. L'ipotesi di reato è di favoreggiamento.
Per l'accusa i tre, con altre persone non ancora identificate, nel febbraio 2015 "aiutavano Antonio Raso ad eludere le investigazioni dell'autorità: in particolare" gli riferivano "che nei suoi confronti erano state attivate intercettazioni telefoniche nonché intercettazioni ambientali presso la pizzeria 'La Rotonda' di Aosta". Il tutto con "l'aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso denominata 'ndrangheta e, in particolare, l'articolazione territoriale della stessa presente sul territorio di Aosta e denominata 'locale di Aosta'" in cui Raso aveva ruoli di "promozione, direzione e organizzazione".
Lo scrivono i pm Stefano Castellani e Valerio Longi nell'avviso di conclusione delle indagini. Il presunto "promotore" della locale di 'ndrangheta di Aosta - si legge poi nell'ordinanza del gip del 23 gennaio scorso - era quindi "diventato particolarmente prudente, tanto" da "abbassare la voce nel corso delle conversazioni all'interno della pizzeria e di conferire con alcune persone nelle ore di maggiore afflusso di clienti nel locale, in modo tale da utilizzare il rumore di fondo del locale come elemento di disturbo"