"Sono un agente segreto stile 007, e posso commettere i reati che voglio". Era più o meno di questo tenore, secondo l'accusa, il discorso che Gianluca Porreca. 58 anni, pizzaiolo di Rondissone (provincia Torino) fece nel 2011 a due valdostane per intimidirle e farsi consegnare ingenti somme di denaro. Nel 2014 l'uomo era stato scoperto e denunciato per truffa dai carabinieri di Aosta. Oggi, lunedì 29 maggio, la Corte d'Appello di Torino ha ridotto a cinque anni e nove mesi di carcere la condanna a sette anni che in primo grado venne inflitta a Porreca dal tribunale di Aosta.
Con le due vittime, ritenute 'credibili' dai giudici, Porreca aveva intrecciato relazioni sentimentali. Poi, approfittando della loro fragilità, cominciò a chiedere denaro "millantando di far parte dei servizi segreti - ha ribadito in aula la pubblica accusa - con conseguente immunità da qualsiasi reato". Con questa tattica minacciosa, ha insistito il pm, "fra il 2011 e il 2012 l'imputato riuscì a ottenere in totale più di trentamila euro".
“Sfoggiando un’aria affascinante da James Bond - aveva spiegato tre anni fa in un comunicato stampa il maggiore Samuele Sighinolfi, comandante del Gruppo carabinieri di Aosta - il finto 007 andava in giro per locali valdostani molto frequentati da donne sole e le adescava con fantastici racconti delle sue missioni, sotto copertura, nel tentativo di farle 'innamorare' di lui”. Quando riusciva a sedurre la sua vittima, il truffatore dapprima si 'fidanzava' e spariva per lunghi periodi per compiere le sue avventurose missioni, ma in realtà tornava a casa da moglie e quattro figli. Se la relazione si faceva 'stabile', raccontava alla donna ormai ammaliata e pronta a credere qualunque cosa, di essere inseguito da servizi segreti internazionali, di essere in pericolo di vita e che non doveva lasciare alcun tipo di traccia dietro di sé, per cui si faceva intestare schede telefoniche, carte di credito e bancomat dalle “fidanzate”.
Porreca si faceva inoltre consegnare migliaia di euro in denaro contante, costringendo le malcapitate a fare prestiti con parenti e aprire mutui in banca. Sosteneva di possedere 'solo' una lussuosa Lamborghini, troppo vistosa per circolare liberamente e si faceva prestare anche l’auto, “così - diceva - posso viaggiare sicuro con targa di copertura”.
A farne le spese sono state soprattutto due donne valdostane, una parrucchiera che per essersi innamorata di lui è finita sommersa dai debiti (che sta ancora pagando) e ha chiuso per fallimento il negozio, l’altra una commessa che oltre ad aver aperto finanziamenti in banca per il finto colonnello, ha pure svuotato il conto corrente della madre e della zia. “Tutto questo - aveva sottolineato l'ufficiale dell'Arma che ha coordinato le indagini - dietro la promessa del falso agente segreto di abbandonare quella vita spericolata da 007 e aprire con la 'donna della sua vita' un locale vicino a Rimini, dove era ormeggiato un suo inesistente yacht”.
Anche la moglie dell’ex cuoco/pizzaiolo usufruiva delle carte di credito o postepay che il marito riusciva a sottrarre alle vittime.