/ CRONACA

CRONACA | 21 marzo 2015, 12:00

DISAGIO SOCIALE: Strage evitata a Perloz per la professionalità dei carabinieri

La centrale operativa dei carabinieri di Aosta

La centrale operativa dei carabinieri di Aosta

“Come spesso accade, il dialogo sereno è stato molto più risolutivo di un'eventuale azione di forza”. E' stato questo il commento di un comandante dei carabinieri alla positiva conclusione di una vicenda che era iniziata come peggio non poteva essere. Ieri mattina, verso le 10, l'architetto 65enne Caruso Aurelio Juglair, residente a Perloz, all'ufficiale giudiziario che gli ha intimato lo sfatto esecutivo ha risposto che stava per far esplodere la casa e che, armato di quattro fucili e di una pistola, era pronto anche a sparare.

L'ufficiale giudiziario ha allertato il 112 e a Perloz sono arrivati i carabinieri della caserma di Donnas,  equipaggiati con giubbotti anti proiettile. “I militari hanno stabilito un primo dialogo con l’uomo  -  si legge in una nota dell'Arma - che non aveva alcuna intenzione di lasciare la casa e anzi aveva avvertito che se qualcuno avesse tentato di entrare avrebbe fatto esplodere l’abitazione, perché aveva piazzato diversi congegni realizzati con esplosivo gel da cava nonchè un particolare tipo di dinamite a base di Cheddite (polvere nera), tutti azionabili con un telecomando in suo possesso”.

Sul terrazzo dell'alloggio era in bella vista una bombola del gas collegata a dei fili elettrici a cui Juglair diceva che vi fosse applicato un detonatore e dell’esplosivo.I carabinieri erano preoccupati anche per il fatto che l’architetto, oltre ad essere veramente in possesso di diverse armi, era anche un esperto di esplosivi e aveva il brevetto di artificiere civile,  avendo lavorato in gioventù come 'fuochino' in alcune cave.  

Vista la situazione critica,  il Comandante della Compagnia e quello del Gruppo carabinieri di Aosta,  il capitano Danilo D'Angelo e il tenente colonnello Massimiliano Rocco, si sono recati sul posto ed hanno preso in mano la direzione delle operazioni. Sono stati attivati gli artificieri e il 'negoziatore', un militare esperto abilitato alle trattative con sequestratori e criminali barricati, del Comando Provinciale Carabinieri Torino, nonché i carabinieri cinofili anti-esplosivo di Volpiano, i Vigili del fuoco di Aosta e psicologi d'emergenza della Usl valdostana. Juglair occasionalmente si affacciava alla porta e alla finestra e in quei momenti militari e medici cercavano di instaurare un dialogo.

Dopo circa un'ora l'architetto è uscito sul balcone a parlare con gli psicologi, il negoziatore e il Comandante Rocco, che lo hanno convinto a desistere.  Juglair, disarmato, si è seduto su un muretto sulla soglia di casa tenendo però  una mano nella tasca dove diceva di avere il telecomando dell'esplosivo. Ad un certo punto, verso le 13, 30, dicendo che gli era venuta fame si è alzato e ha tolto le mani di tasca. Immediatamente l'architetto è stato  bloccato dai militari e poi trasferito all'ospedale di Aosta, dove si trova tuttora ricoverato in trattamento sanitario obbligatorio.

patrizio gabetti

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore