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CRONACA | 21 febbraio 2015, 23:31

VALANGHE: Morti quattro scialpinisti al Gran San Bernardo

La Combe des morts

La Combe des morts

Due delle quattro vittime della valanga caduta sul versante svizzero del Gran San Bernardo sono Gianluca Spina e Francesca Clerici, entrambi residenti in provincia di Milano. Il nome degli altri due deceduti (uno è morto dopo alcune ore di ricovero all'ospedale di Sion) non sono ancora stati resi noti in quanto non sono stati rintracciati i famigliari. Del gruppo si è salvato uno scialpinista che resta ricoverato all'ospedale.

Sono stati travolti da una valanga staccatasi a 2.300 metri di quota, mentre salivano all'ospizio del Gran San Bernardo dal versante svizzero della montagna. La comitiva era composta da valdostani e lombardi, tutti di circa 50 anni.

L'incidente è avvenuto verso le 13.30. La comitiva era impegnata nella salita quando, in località La Combe des Morts, si è staccata la valanga. Il fronte della massa di neve era largo un centinaio di metri ed è sceso a valle per circa 200 metri. Immediatamente è scattato l'allarme ma le operazioni sono state rallentate dal maltempo che ha impedito agli elicotteri di salire in quota per molti minuti: i soccorritori sono stati quindi 'scaricati' a una quota più bassa e sono risaliti a piedi fino al luogo della slavina.

 

Gli scialpinisti erano sepolti sotto una spessa coltre di neve, alcuni fino a due metri e mezzo. Una trentina di uomini, con l'ausilio di sonde e cani da valanga, hanno scavato a lungo per estrarre i feriti, che sono stati trasportati a valle con gli elicotteri di Air Glaciers.

I quattro più gravi - sia per i traumi da caduta sia per ipotermia - sono stati ricoverati nei reparti di rianimazione di vari ospedali del Vallese. Tre di loro sono arrivati in fin di vita e i medici elvetici hanno solo potuto constatare il decesso, il quarto è tuttora grave.

L'itinerario dove è avvenuta la tragedia è considerato una 'classica' dello scialpinismo. Il percorso parte dall'uscita del tunnel del Gran San Bernardo, vicino ai vecchi impianti del Super Saint-Bernard. La salita avviene quasi esclusivamente lungo una strada asfaltata e ricoperta di neve, senza particolari pendenze.

"E' un itinerario facile - spiegano le guide alpine della zona - anzi facilissimo. Al colle del Gran San Bernardo si sale tutto l'anno, in qualsiasi condizione. L'unico tratto pericoloso è quello dove si trovavano i cinque: si tratta di circa 300 metri, sul fondo di una stretta valle proprio sotto l'ospizio, che sono esposti alle slavine". Già in passato si sono verificati analoghi incidenti proprio in quel punto. Il pericolo valanghe in questi giorni non è particolarmente elevato tra Italia e Svizzera, con grado 2-moderato su una scala di cinque punti. Sul versante svizzero, però, nelle ultime 24 ore ha soffiato un forte vento che ha provocato accumuli di neve. Proprio il cedimento spontaneo di uno di questi potrebbe aver provocato la valanga.

ansa-rava

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