Credo che la politica abbia in sé qualcosa di miracoloso. Nulla al mondo riesce a compiere simili prodigi come la fatidica poltrona politica. Noi, a volte, la chiamiamo semplicemente “salto della quaglia”, o più elegantemente “cambio di casacca”. Ma se si scava a fondo, si scopre che improvvisamente ci si ritrova fianco a fianco con appartenenti alla comunità LGBT accanto a politici che non nascondono la loro simpatia — se non addirittura la condivisione — delle idee di Charlie Kirk.
Kirk, purtroppo vittima della violenza dilagante in America, non nascondeva un certo odio verso i musulmani, o meglio i non cattolici, né verso la popolazione nera, condita da una bella dose di maschilismo. Arrivò perfino a definire le donne nere inferiori alle bianche e si dichiarò talmente contrario all’aborto da sostenere che neppure una donna violentata, nemmeno sua figlia, avrebbe dovuto abortire.
Parafrasando la ormai mitica frase di Blade Runner, potremmo dire: “Ho visto cose che voi umani nemmeno immaginate…”. Ho visto ex comunisti trasformarsi in accaniti moderati, difensori delle isole felici diventare globalsovranisti: ciò che fino a ieri era impensabile, oggi è diventato realtà.
Capita spesso sentir definire certi schieramenti politici come la “Armata Brancaleone”, con chiari riferimenti sarcastici verso politici che in comune non hanno nulla. Fino a ieri si scannavano verbalmente — e chi di noi non ha assistito a gazzarre e risse televisive quasi sfociate in scontri fisici? — e oggi li vediamo immortalati gaudenti e sorridenti. Manca solo il bacio a sancire l’unione e il gioco è fatto.
Oddio, a ripensarci bene, un bacio politico storico in Italia c’è stato: quello di Carlo Calenda al buon Enrico Letta. Ma si sa, i colpi di fulmine in politica durano meno di quelli in amore.
E così, oggi, vediamo la politica valdostana trasformarsi in un frullato di idee, progetti, programmi… Scusate, mi sono sbagliato: programmi, idee e progetti sono sempre gli stessi di quarant’anni fa, e forse anche prima. Nel frullatore, invece, ci finiscono i politici. Così le nuove liste appaiono come un cocktail variopinto di ex forzisti miscelati con un goccio di moderati, una spruzzatina di leghisti e un pizzico di democratici, ma solo per dar colore, come con la granatina.
Sia ben chiaro: tutti hanno diritto a far politica e a partecipare alla competizione elettorale. Il punto non è il diritto a partecipare, ma il dovere dei politici, vecchi e nuovi, di rispettare l’elettore. Una cosa, questa, ormai del tutto scomparsa.
Oggi l’elettore non è visto come un cittadino con dei diritti, al quale il politico fa promesse. È visto semplicemente come un voto su una scheda. Per dirla in parole povere: “tu dammi il voto e poi sparisci, io non mi sento obbligato a rispettare ciò che ho promesso”. In Costituzione si chiama libertà di associazione e libertà di mandato parlamentare. Forse i nostri padri fondatori non immaginavano che le future generazioni di politici avrebbero fatto della compravendita delle casacche un mercato vergognoso ma redditizio.
Un piccolo dato: dal 2018 al 2022 ci sono stati oltre 400 cambi di gruppo parlamentare, che hanno coinvolto quasi 300 parlamentari. Credo che Pier Ferdinando Casini detenga il primato dei cambi di casacca con sei passaggi di partito. E poi ci sono i peggiori: i “famosi” personaggi dello spettacolo, dell’editoria, i volti noti della televisione che si sono prestati alla politica senza averne alcun interesse reale. Anche noi, in Valle, potremmo compilare un bell’elenco in tal senso.
In un’intervista Rino Formica disse che la politica era “sangue e merda”. Ora mi vien da pensare che il sangue sia quello dei cittadini, che oltre a versarlo devono anche ingoiarlo.
Vabbè, non mi dilungo oltre. Buon voto a tutti.












