/ CISL VdA

CISL VdA | 05 settembre 2025, 09:10

La scuola pubblica regionale non può essere appaltata al settore privato

La segreteria della CISL Scuola Valle d’Aosta ha appreso con grande preoccupazione la notizia che il Comune di Champdepraz ha affidato, per l’anno scolastico 2025/2026, ad una cooperativa sociale il servizio educativo sperimentale rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia

La scuola pubblica regionale non può essere appaltata al settore privato

Come sindacato scuola della Valle d’Aosta sono ormai anni che interloquiamo con la parte politica per affrontare il tema degli effetti della denatalità, che incide profondamente sul sistema di istruzione valdostano: partendo dal segmento 3-6 anni, si allarga gradualmente, ma inesorabilmente, fino alle scuole secondarie.

Assistiamo anche a richieste provenienti da alcuni enti locali di tenere aperta la scuola dell’infanzia nel periodo estivo. L’impressione è che si stia tornando agli anni Sessanta e Settanta, prima che la scuola dell’infanzia divenisse scuola dell’infanzia regionale, con la sua identità pedagogico-didattica e il suo status di scuola.

La nostra Regione autonoma ha saputo – e soprattutto voluto – dare un’impronta peculiare alla scuola materna, adottando propri provvedimenti integrativi della legge statale n. 444 del 1968. Nell’ormai lontano 1972 ha promulgato la legge regionale n. 22: “Norme integrative della legge statale 18 marzo 1968 n. 444, riguardante l’istituzione delle scuole materne nella Regione Autonoma Valle d’Aosta”.

Molto è stato fatto in questi decenni, da parte politica e sindacale (ognuno nel proprio campo), per dare alla nostra scuola dell’infanzia lo status di scuola: sono stati costituiti appositi organici regionali, è stata riconosciuta agli insegnanti l’indennità di lingua francese. Molta ricerca-azione e molto studio sono stati dedicati alla formazione del corpo docente, affinché le maestre e i maestri della scuola dell’infanzia fossero pronti per le sfide educative che richiedeva la comunità.

In questo ultimo decennio la denatalità ha costretto molte sezioni di scuola dell’infanzia ed ora anche interi plessi di scuola pubblica regionale alla chiusura. La curva della denatalità, negli ultimi anni, ha colpito pesantemente anche le scuole primarie, nelle quali aumentano progressivamente le pluriclassi, e ora assistiamo ad una contrazione di classi anche nella scuola secondaria di primo grado.

La risposta a tale fenomeno non può essere demandata alla volontà e alle scelte dei singoli enti locali: risposte frammentarie a problemi complessi non sono né soddisfacenti né esaustive. Il protagonismo degli enti locali si è già manifestato in modo evidente con l’apertura di poli 0-6 anni e, se comprendiamo che i singoli territori cerchino risposte adeguate ai bisogni delle famiglie, come CISL Scuola siamo fortemente preoccupati per la tenuta del sistema della scuola pubblica regionale.

Come CISL Scuola Valle d’Aosta non ci permettiamo di proporre programmi elettorali – non è questo il nostro ruolo – ma chiediamo a chi governerà la nostra Regione e amministrerà i nostri Comuni, nel prossimo futuro, di affrontare il tema del modello di scuola pubblica regionale in modo organico e di sistema.

Come vogliamo rispondere al fenomeno della denatalità?
Come vogliamo aiutare le famiglie nella conciliazione lavoro-accudimento?
E, soprattutto, per noi CISL Scuola: come vogliamo sostenere la scuola pubblica valdostana e rimanere quel modello di scuola di cui tanto ci siamo detti orgogliosi?

Alessia Démé

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore