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| 29 luglio 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano da mettere in ridicolo

Velina Rossonera e Arcobaleno

C’era una volta un filo d’acqua. E attorno a quel filo d’acqua, tra un pannello esplicativo e un QR code che manco il Louvre, ecco spuntare l’ultima grande inaugurazione estiva: “Au fil de l’eau”, un percorso didattico-naturalistico tra Champorcher e Pontboset. Un nome poetico, quasi da eau de toilette, per un progetto che trasforma il vecchio sentiero in una passeggiata educativo-divulgativa, accessibile e inclusiva – che, come sappiamo, sono le parole magiche che aprono ogni finanziamento pubblico. La cerimonia ha visto il trionfo delle felpe forestali e della pedagogia immersiva: contenuti audio, giochi per bambini, memoria storica e biodiversità. Un misto tra parco avventura e museo all’aperto, tutto molto edificante. Per la cronaca, i sindaci c’erano e pure gli applausi, ma la vera star è stata l’acqua: scorre silenziosa, non chiede fondi europei, non si candida alle regionali e fa più per la Valle d’Aosta di molti con il distintivo.

E a proposito di distintivi: quanti sono i candidati per queste benedette elezioni di settembre? Tanti. Troppi. Un po’ come i funghi dopo la pioggia, solo che i funghi almeno non fanno promesse. Sarebbe bello che questi aspiranti salvatori dell’Autonomia sapessero almeno cos’è lo Statuto Speciale. Altrimenti, altro che liste, li si manda tutti in alpeggio a imparare il mestiere. Chanoux ci ha messo studio, sacrificio e visione; qui invece basta un selfie davanti a Palazzo e un post su Facebook per definirsi "autonomista". Per cortesia, un po’ di decenza: l’Autonomia non è una parola da incollare sui manifesti elettorali, è una responsabilità storica. E no, non si può delegarla agli algoritmi né ridurla a slogan con la montagna di sfondo.

E mentre i nostri aspiranti legislatori litigano su chi ama di più la Valle, c’è chi la difende sul serio. Tipo il Comitato “Dora Baltea Viva”, che ha lanciato l’appello per l’incontro pubblico del 3 agosto contro il nuovo impianto idroelettrico firmato CVA. L’opera è grande, potente e interamente in caverna. Come metafora politica, funziona benissimo: scavare dentro le montagne e nascondere tutto alla vista. Ma il fiume, poveretto, non ha portavoce in Consiglio. Serve la società civile, quella vera, per dire che l’acqua non è solo kilowatt, ma paesaggio, biodiversità, vita. Forse anche la Dora vorrebbe dire la sua, ma – come il bilancio regionale – è “assoggettabile alla procedura di VIA”, ovvero Valutazione di Irrilevanza dell’Ambiente.

E a proposito di bestie in libertà: la Giunta regionale, dopo averci rassicurati sull’orso (sparito nel nulla), ha approvato un protocollo per la gestione del lupo. Sì, quel lupo lì. Non il lupo politico, che resta il vero predatore della stagione pre-elettorale, ma proprio lui: il canis lupus. Sarà monitorato, prelevato, catturato o abbattuto se serve – e sempre col benestare dell’ISPRA, mica degli allevatori. Un documento tecnico, firmato dall’ufficio fauna selvatica con la consulenza di un esperto, che suona più come una liberatoria in caso di guai che una strategia faunistica. Ma tranquilli: a gestire il lupo c’è l’Assessorato all’Agricoltura. Quello stesso assessorato che ancora aspetta di capire se può vaccinare le mucche contro la dermatite nodulare, mentre le Batailles si fermano. Già: le eliminatorie sono sospese, ma non la frustrazione degli allevatori, lasciati soli a fare i conti con virus e burocrazia.

Intanto, mentre in Valle si litiga su ogni centesimo per la sanità o la scuola, a Bardonecchia si è celebrato il trionfo dell’asfalto. Inaugurata con grande solennità la seconda canna del Frejus: Salvini e il collega francese si sono stretti la mano davanti al tunnel più lungo d’Europa. Lì sotto, con buona pace del traforo di Aosta (che resta nella fantasia), si celebra l’Europa che scava, collega e promette sviluppo. Altro che ponte sullo Stretto: Salvini ha fatto la talpa, non il Messia. Ma attenzione: quando inaugura un buco, qualcosa bolle sempre in pentola…

E a proposito di pentole che ribollono, nei supermercati Carrefour – passati sotto il controllo del gruppo NewPrinces – i dipendenti non sanno che pesci pigliare. Il governo nazionale incontrerà Mastrolia, il nuovo patron, mentre la politica valdostana fa scena muta. La Regione, silente. I consiglieri, distratti. Ma i lavoratori no: iniziano a contare i giorni, i mesi, le incertezze. Un silenzio che pesa come un sacchetto della spesa pieno solo di promesse.

Capitolo rifiuti, perché almeno qui ci si distingue: nel 2024, la raccolta differenziata di carta e cartone in Valle ha sfiorato le 10mila tonnellate. Bravi. Bravissimi. A questo ritmo possiamo tappezzare mezzo Castello di Fénis con volantini elettorali riciclati. Si chiama economia circolare. 

Palazzo regionale si prepara al referendum del 10 agosto e alle elezioni del 28 settembre. Ma prima... festa! Finalmente, dopo quattro anni, il presidente della Giunta e quello del Consiglio si ricordano dei dipendenti pubblici. Location d’eccezione: il Castello di Aymavilles. Ora di ritrovo: le 18. Dress code: “da medaglia d’oro”. Saranno premiati i dipendenti con 20 anni di servizio, con tanto di coctillons, rinfresco e discorsi celebrativi. Una standing ovation per chi ha resistito un quinto di secolo tra burocrazia, determine e delibere. Qualcuno, si dice, riceverà anche un bonus speciale: un pomeriggio libero senza dover firmare il foglio delle presenze. Evviva. Lunga vita a Testolin e Bertin che riscoperto la festa

Infine, per non farci mancare nulla, una notte brava ad Avise: musica a palla, casse acustiche, giovani e alcol, tutto rigorosamente senza permesso. Il rave party non c’è stato, ma solo grazie all’intervento di Forestali, Polizia, Carabinieri e Finanza. Trentaquattro identificati, trentatré denunciati. La legalità, in Valle, la fanno rispettare i corpi speciali. La politica, invece, fa finta di dormire.

E mentre Forza Italia chiede un Consiglio straordinario per approvare due leggi dormienti (una sui Forestali, una sui Vigili del Fuoco), i cassetti della Regione restano ben chiusi. Ma tranquilli, ci penseranno dopo le elezioni: tra una lista e un post indignato su Facebook.

Per concludere, uno spunto sul solito sindaco di paese che da mesi promette un regolamento per l’uso delle sale civiche. Peccato che nel frattempo, tra un comizio e una processione, abbia trovato il tempo per tutto tranne che per convocare il Consiglio. Ma l’estate è lunga, e le urne si avvicinano. Chissà che non decida tutto a Ferragosto, in infradito.  

Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe

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