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Le Messager Campagnard | 17 luglio 2025, 11:49

Alpages Ouverts, la montagna che nutre l’anima

Quattro tappe estive per riscoprire il valore degli alpeggi, della zootecnia eroica e dei formaggi d’eccellenza. L’assessore Carrel: “Una celebrazione dell’autenticità valdostana”

Alpages Ouverts, la montagna che nutre l’anima

In Valle d’Aosta l’agricoltura non è solo un mestiere: è una dichiarazione d’amore alla montagna. Lo ricorda, ogni estate da ventisei anni, la manifestazione Alpages Ouverts, che torna anche nel 2025 con un programma di quattro tappe, da fine luglio a fine agosto, nei luoghi simbolo della pastorizia alpina. Un evento che mette insieme natura, cultura e sapori, e che rappresenta uno dei momenti più identitari del calendario estivo valdostano.

«Alpages Ouverts è un’occasione collettiva di riconoscimento per chi, con tenacia e passione, mantiene vive le nostre terre alte» sottolinea l’assessore all’Agricoltura Marco Carrel, ricordando come la monticazione, oltre a essere una pratica secolare, sia oggi anche un atto di resistenza culturale e ambientale.

In un mondo che accelera, Alpages Ouverts invita a rallentare, a salire in quota per incontrare gli arpian, gli allevatori che trascorrono oltre tre mesi all’anno negli alpeggi, curando animali, pascoli e tradizioni. Gente di poche parole, ma di gesti che raccontano storie antiche: mungiture all’alba, cagliate sapienti, stalle silenziose e fatiche quotidiane che si trasformano in eccellenza gastronomica.

La Fontina DOP d’alpeggio sarà come sempre la regina delle degustazioni, affiancata da carni valdostane e altre specialità che parlano la lingua forte e genuina della montagna. Ma dietro ogni assaggio, c’è molto di più: biodiversità custodita, paesaggi modellati dal pascolo, razze autoctone salvaguardate, sostenibilità ambientale concreta.

Ogni tappa sarà un viaggio tra panorami mozzafiato e sapori intensi: si comincia il 26 luglio a Doues, poi il 2 agosto a Nus, il 7 agosto a Valtournenche e si chiude il 21 agosto a Valgrisenche. Al mattino, visite guidate tra pascoli e caseifici. A mezzogiorno, i sapori della tradizione. E per i bambini, giochi, animazioni e laboratori a contatto con la natura.

È anche un modo per fare turismo consapevole, lontano dai cliché e vicino alle persone. In alpeggio non ci sono filtri né scenografie: c’è la verità di un mestiere duro, ma essenziale. Un mestiere che rischia l’abbandono se non sostenuto, conosciuto e rispettato.

Chi partecipa a Alpages Ouverts non porta a casa solo un formaggio, ma un’esperienza, un’emozione, una consapevolezza. Che la montagna si salva vivendola, e che le sue mani, callose e sapienti, meritano il nostro sguardo più attento.

Scarponi ai piedi, allora, e via verso gli alpeggi: dove l’aria è più sottile, ma il valore delle cose è più denso.

marco duvin

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