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ATTUALITÀ ECONOMIA | 30 maggio 2025, 12:00

Houston, qui abbiamo un'amministrazione in avaria

Dalla refezione scolastica che non parte ai palazzi istituzionali in crisi di personale, passando per appalti opachi e servizi traballanti: in Valle d’Aosta il clima è teso, e le falle aumentano. La politica litiga, i cittadini reagiscono. E se un giorno arrivassero i commissari?

Houston, qui abbiamo un'amministrazione in avaria

Parafrasando l’astronauta Jack Swigert dell’Apollo 13, mi viene da dire: “Houston, qui abbiamo un problema”. Anzi, più di uno. La nostra piccola regione, la “petite patrie”, sembra una navicella in avaria, circondata da un mare di guasti che si sommano, si intrecciano e rischiano di mandare tutto fuori orbita.

Partiamo da Aosta. La mensa scolastica del quartiere Dora resta chiusa perché – udite udite – le travi dell’edificio appena costruito devono essere rinforzate. Un capolavoro di tempismo e progettazione. Nel frattempo, il Palazzo di Giustizia sciopera per mancanza di personale. Lo stesso vale per le Poste e l’INPS, che segnalano carenze croniche di organico. E sull’ospedale, meglio tacere: la carenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari è una piaga ormai nota, eppure mai sanata.

Ma se volessimo proprio girare il coltello nella piaga, ecco il caso SEND: l’appalto per la gestione delle sanzioni amministrative affidato a una società privata, oggi sotto i riflettori per presunti comportamenti poco trasparenti. La situazione è talmente critica che il Comune ha incaricato i propri legali di fare chiarezza e tutelare i cittadini.

E poi c’è la TARIP, che più che un sistema di tariffazione sembra una “patata bollente”. Criticata da destra e da sinistra, ha messo in evidenza tanto le difficoltà di gestione quanto la crescente frattura tra cittadini e politica.

Se il Palazzo Comunale piange, il Palazzo Regionale non ride. Tiene ancora banco, anche se in sottofondo, l’affaire CVA, con mugugni, mal di pancia e silenzi che dicono più di mille dichiarazioni. Intanto, si profila all’orizzonte un’altra grana: la gestione unificata di acquedotto, fognature e depuratori a livello regionale. Un progetto che rischia di trasformarsi nell’ennesimo terreno di scontro.

E le case popolari? Altro capitolo critico. Stavolta a intervenire è addirittura l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che chiede la revisione del bando sugli alloggi, definendolo discriminatorio.

A questo punto, mi viene in mente Totò, che allargando le braccia guardava il cielo ed esclamava: “San Gennaro, aiutami tu”. Noi in Valle non abbiamo San Gennaro. E temo che nemmeno Sant’Anselmo e Sant’Orso, unendo le forze, riuscirebbero a venirne a capo.

Cari politici, il cittadino oggi non vuole più parole, ma risposte serie e concrete. Meno teatrini, più soluzioni. E attenzione: se la situazione continua a degenerare, non ci vorrà molto prima che arrivino i commissari a gestire i Comuni, e magari anche la Regione.

Ma anche i cittadini devono fare la loro parte. Basta passività. Serve partecipazione. L’esempio? Proprio il caso SEND: i cittadini hanno alzato la voce, hanno coinvolto giornali, istituzioni, associazioni. Hanno fatto fronte comune e ottenuto attenzione e risposte. Ecco la dimostrazione che quando la società civile si unisce, le istituzioni ascoltano.

Un esempio da seguire. Un messaggio da non dimenticare.

Vittore Lume-Rezoli

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