/ Vite in ascesa

Vite in ascesa | 16 maggio 2025, 06:25

Tra Passo Foric e la Punta Torru, un viaggio tra storia, natura e silenzi alpini

Lodovico Marchisio propone un’escursione tra storia, natura e silenzi alpini: dal Passo Foric alla Punta Torru, un itinerario poco frequentato che regala panorami mozzafiato, leggende di montagna e l’incontro con l’eredità Walser nel cuore del Monte Rosa.

Salendo al Passo Furic (ph. Gulliver)

Salendo al Passo Furic (ph. Gulliver)

Il passo Foric e la Punta Torru sono due mete ancora poco battute, incastonate in una valle solitaria che conserva il fascino dell’incontaminato. Il sentiero risale il versante erboso orientale, a tratti scompare tra rivoli e nevai residui, fino alle prime malghe ristrutturate con gusto e rispetto per la tradizione. Chi punta alla cima del Monte Torru dovrà prestare attenzione all’erba “saionca”: insidiosa sul tratto finale, scivolosa come suggerisce il suo nome dialettale.

La partenza dell’escursione è ad Alagna Valsesia. Da qui si può salire con l’ovovia fino a Pianalunga (2.050 m), punto d’accesso al Vallone d’Olen. Il sentiero, parallelo alla pista da sci, conduce al bivio per il Passo Foric in circa 1h10’. Poco oltre si trova il Sasso del Diavolo, un masso leggendario che il “maligno” avrebbe spaccato con un pugno, furioso per un piano andato a monte.

La diramazione per il passo prosegue tra massi e tornanti ripidi fino ai 2.432 metri del Foric. L’esposizione a nord rende il sentiero spesso innevato anche d’estate, e richiede attenzione soprattutto dove la neve copre i ruscelli. Ma la fatica è ben ricompensata: il panorama abbraccia le vette del Monte Rosa, con la cuspide del Tagliaferro a dominare la scena.

Dal passo, la salita alla Punta Torru (Vette Orientale e Centrale) richiede esperienza. Le tracce seguono una dorsale erbosa prima di affrontare l’ultimo tratto, ripido e franoso. La vista si apre sul Vallone d’Otro, selvaggio e silenzioso. È un territorio dove, ancora oggi, capre e camosci disegnano le linee del paesaggio più delle persone.

Per il rientro si può tornare a Pianalunga, ma l’alternativa più suggestiva è completare l’anello attraverso il Vallone d’Otro. Il sentiero scende fino al pianoro di Scarpia (1.726 m) e a Follù (1.664 m), borgo Walser con una chiesetta del Seicento e il rifugio Zar Senni, ricavato in un’antica casa autosufficiente per secoli grazie a coltivazioni, pastorizia e saperi locali. Da qui, una bella mulattiera tra pinete e scalinate in pietra riporta ad Alagna in circa un’ora.

L’intero percorso ad anello richiede circa 5h30’. È un viaggio nel cuore autentico delle Alpi, dove ogni pietra racconta una storia e ogni passo allontana dalla frenesia del mondo.

Ph. Gulliver: Salendo al Passo Furic

NOTE TECNICHE

Altezza Massima raggiungibile: 2508 m

Tempo di salita: 2,30 h

Tempo Totale (AR): 5,30 h

Dislivello: 558 m in salita, 1317 in discesa

Difficoltà: E - EE l’ultimo tratto

Materiale occorrente: bastoncini telescopici

Accesso in auto: Autostrada Torino - Milano, uscita Greggio, Gattinara, Varallo, Alagna. Da Aosta: Pont Saint Martin, Biella – Cossato, Varallo.

Località di partenza: Alagna (arrivo ovovia Pianalunga 2050 m)

Località di arrivo: Alagna paese, 1191 m

Lodovico Marchisio/red

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore