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Vite in ascesa | 06 giugno 2025, 06:27

Traversata del Moncenisio: otto cime in un giorno, sopra un lago da cartolina - prima parte

Un itinerario straordinario tra Italia e Francia: otto cime oltre i 3000 metri, creste affilate, paesaggi glaciali e il blu intenso del Lago del Moncenisio sempre sotto gli occhi. Una cavalcata d’alta quota per escursionisti esperti e amanti delle grandi traversate

Colle del Moncenisio e il lago con il Giusalet sul versante opposto a quello che andremo a salire (foto L.Marchisio)

Colle del Moncenisio e il lago con il Giusalet sul versante opposto a quello che andremo a salire (foto L.Marchisio)

Una traversata straordinaria lungo la cresta che domina il Lago del Moncenisio, con un panorama a 360 gradi che spazia dalla Vanoise al Monte Bianco, dalle Alpi Pennine fino alle cime della Val di Lanzo. Un palcoscenico naturale che lascia senza fiato, con scorci sempre nuovi ad ogni passo. Dalla Cima della Roncia (3612 m), il Rocciamelone si staglia come un dente roccioso maestoso, isolato e bellissimo, appena 74 metri più basso del punto in cui ci troviamo.

Il percorso offre un'opportunità unica: otto cime in una sola giornata, grazie alla disposizione ad arco delle vette sopra il Colle del Moncenisio. Un'occasione rara, anche per i “vettaioli” più esperti e appassionati. L’escursione inizia facilmente, seguendo una mulattiera militare che sale a zig-zag fino al Colle du Lou (Passo del Lupo, 3042 m). Un tracciato ben visibile e molto frequentato, con pendenze contenute che permettono di salire senza troppa fatica. Solo l’ultimo tratto prima del colle diventa più detritico e impegnativo. Si arriva al colle in circa 2h30’.

Il punto di partenza per la grande traversata

Da qui, in dieci minuti, una digressione a sinistra conduce alla prima vetta: il Sommet de la Nunda (3100 m), con un ripetitore solare ben visibile. Inizia ora il tratto più spettacolare: la cresta, apparentemente dirupata, è in realtà più semplice del previsto. Le difficoltà non superano il I grado UIAA, ma è richiesto passo fermo e assenza di vertigini, soprattutto su rocce affioranti e tratti esposti.

Si supera un primo torrione, poi una cresta detritica porta verso il Signal du Gran Mont Cenis. Meglio rimanere sempre sul filo di cresta: le tracce più in basso, sui detriti, si rivelano più scomode e instabili. Solo nei pressi dell’anticima conviene scendere leggermente sul lato sud per aggirare uno strapiombo. Tornati in cresta, un passaggio esposto ma breve porta alla Cima Parè (3377 m), seconda vetta, a 3h45’ dalla partenza.

Ora la Roncia si mostra in tutta la sua imponenza, con i ghiacciai rivolti verso la valle. Si scende un versante detritico e si risale tra roccette, fino a raggiungere la vetta più alta dell’intera traversata: la Cima della Roncia (3612 m), in 5h15’. Dopo la sosta, si continua lungo una magnifica cresta ad anfiteatro, con panorama mozzafiato.

Si sale in breve alla Pointe du Vieux (3464 m), poi alla Pointe du Chapeau (3419 m), quinta cima, a 6h circa. Infine, si punta alla lontana ma splendida Pointe de la Haie, circondata da ghiacciai. Con prudenza, si procede su cresta o neve terminale. Bastoncini da trekking e buon senso bastano. Dal Passo du Chapeau, le ultime vette si presentano in tutta la loro eleganza alpina.

Prima cima - Sommet della Nunda

Lodovico Marchisio/red

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