Questa sera, alle ore 18.30, nella chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, la comunità valdostana si stringerà in preghiera per ricordare con affetto e riconoscenza Papa Francesco. L’occasione sarà una Messa di suffragio voluta dal parroco Don Nicola Corigliano che ha scelto di animare l’Eucarestia quotidiana con una partecipazione corale speciale: tutte le Cantorie parrocchiali si uniranno in un unico grande abbraccio musicale, rendendo omaggio al Pontefice che ha lasciato un’impronta profonda nel cuore di molti, anche quassù, tra le montagne.
Papa Francesco, infatti, non ha mai smesso di rivolgere il suo sguardo – attento e amorevole – a chi vive “nelle terre alte”, come le ha definite l’on. Franco Manes, deputato della Valle d'Aosta. “Un Pontefice che guardava con attenzione a chi vive nelle terre alte – ha ricordato Manes – riconoscendone la forza e la fragilità, ma anche sottolineando come le montagne fossero l'areale ideale per affermare, in maniera forte, la Pace tra gli esseri viventi e tra le nazioni. Da sempre questi territori rappresentano cerniere indelebili tra popolazioni diverse”.
Parole che risuonano con forza nella liturgia che sarà celebrata questa sera, perché Papa Francesco ha saputo parlare alle coscienze, spesso con parole semplici, ma mai banali. Ha indicato nella fraternità, nella solidarietà e nell’ecologia integrale non solo delle priorità del magistero, ma vere e proprie strade per la salvezza collettiva, spirituale e concreta.
Il suo insegnamento si è radicato anche nei cuori di chi vive le fatiche della montagna, spesso isolate, ma mai dimenticate dal Santo Padre. In molte delle sue omelie e lettere, Francesco ha saputo dare voce a quelle periferie del mondo che nelle Alpi trovano la loro espressione più naturale: territori di frontiera, sì, ma anche di incontro, di dialogo e di speranza.