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Piemonte NordOvest | 23 maggio 2024, 08:00

Alla scoperta del “Parco della Dora” a Bardonecchia

A cura di Lodovico Marchisio e Marina Portigliatti - foto di Arnaldo Reviglio e Roberta Maffiodo

Visita alla scuola d'intaglio del Melezet

Visita alla scuola d'intaglio del Melezet

La 21° edizione delle escursioni sorte lungo gli ambienti e nei luoghi attorno al principale fiume che attraversa la Valle di Susa quest’anno è tornata verso le sorgenti. I trenta partecipanti, radunatisi nei pressi della stazione ferroviaria di Bardonecchia, si sono avviati subito verso la fontana Giolitti, dove sono stati accolti dall’Assessore Maria Teresa Vivino che, oltre a portare i saluti dell’Amministrazione Comunale, ha riferito che l’iniziativa è allineata con una delle sue deleghe (“Benessere e culto del bello”) e pertanto si è compiaciuta  non solo per la valenza in campo salutistico, ma anche perché la medesima è volta alla valorizzazione degli aspetti paesaggistici, culturali, artistici e storici della “Perla delle Alpi”. Sono seguiti i saluti e un’introduzione alla giornata di Arnaldo Reviglio, narratore FAI e socio CAI, nella sua qualità di animatore e “coorganizzatore” con i CAI Tutela Ambiente Montano, Sezione di Torino, UGET e con la sottosezione GEB rappresentata dal sottoscritto. Un ringraziamento particolare va al CAI di Bardonecchia e al suo consigliere Enzo Burigo che con grande disponibilità e generosità ha seguito la comitiva per l’intera giornata e ad Aldo Timon, rappresentante della F.I.E (Federazione Italiana  Escursionismo) e di Ski Academy, nonché vulcano di idee e di progetti, che con la sua presenza in diversi momenti ha offerto il suo sostegno all’iniziativa.

 

Cappelle di Notre Dame du Coignet

L’organizzazione ha coinvolto anche Pro Natura (presente con alcuni soci), Mountain Wilderness Italia (rappresentata da Susanna Gonella) e la Delegazione della Valle di Susa del FAI. La camminata si è sviluppata in circa 8 ore (comprese le soste) e il dislivello complessivo è stato di circa 200 metri (con alcuni saliscendi,  dei quali il più faticoso è stato il primo). Il tragitto è iniziato col transito sul ponte del torrente Frejus, non lontano dalla stazione, dove la sera del 13 agosto 2023 l‘esondazione, con conseguente colata detritica, ha avuto il suo punto nevralgico e dove si sono verificati i danni più ingenti. Qui è stato rilevato che, pur fra tante e comprensibili problematiche, i lavori di ripristino si sono svolti incessantemente e in modo encomiabile. È stato anche sottolineato che è solo rimasto intatto, anche se imbrattato dal fango, il pilone di Santa Barbara (eretto in seguito alla costruzione del traforo ferroviario del Frejus). Raggiunta la fontana dedicata allo statista Giovanni Giolitti, che in Bardonecchia ha trascorso i soggiorni estivi dal 1903 al 1926, è stato ricordato che, oltre al lavoro di Presidente del Consiglio, amava percorrere sentieri e proprio in quel luogo con la sua immancabile borraccia si riforniva d’acqua. Si è poi raggiunto l’incrocio meglio conosciuto come “4 strade” dove si è accennato del vicino Forte Bramafam proseguendo poi per la “Vie du Viò” (la via del vecchio sentiero). Durante il percorso ci si è fermati per illustrare, di fronte ad un ampio panorama, la geomorfologia del territorio fra le catene montuose, i  conoidi, le quattro valli e il paese con il Borgo Vecchio e il Borgo Nuovo. Ricordando Bardonecchia “culla dello sci”, si è anche sostato presso i resti dello storico trampolino che agli inizi del secolo scorso ha visto le imprese dei norvegesi fratelli Smith e dove uno di loro (Harald) aveva stabilito nel 1909 il record mondiale con un salto di 43 metri. In seguito si sono visitate le Cappelle di Notre Dame du Coignet e di San Sisto, anche internamente grazie alla fruibilità consentita con  l’app “ Chiese a porte aperte”. Entrambe sono piccoli edifici campestri eretti in luoghi ameni, di notevole interesse in quanto conservano significativi cicli affrescati datati tra fine XV secolo e inizio XVI. Dopo il pranzo al sacco e la pausa caffè presso il bar/ristorante Pian del Colle, con un occhio volto alle vette, si è ricordato Franco Grottanelli, chimico, direttore del Dinamitificio Nobel di Avigliana circa un secolo fa, alpinista e scrittore, tra i primi aderenti al GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) per un particolare legame con la Valle Stretta avendo dedicato a sua moglie (Germana Abelli) la guglia conosciuta come Torre Germana.

Momento d'intrattenimento con canti e recitazioni

Durante il rientro si è transitati alla base della ferrata del Rouas e poi nella frazione Melezet dove si è prima visitato, nella Cappella della Madonna del Carmine, il Museo d’Arte Religiosa Alpina (inserito nel Sistema Museale Diocesano) ottimamente guidati da Valeria Bonaiti dell’Associazione di volontariato culturale Jonas, che ha illustrato statue lignee, oreficerie, tessili datati dal XV al XIX secolo provenienti dalle chiese e dalle cappelle della zona. Appena dopo ci si è recati alla Scuola di Intaglio del Melezet dove Andrea Silvestro, nei locali della ex scuola elementare appositamente allestita, ha illustrato storia e lavori con ricchezza di particolari. Nella vicina chiesa parrocchiale di Sant'Antonio i due gruppi formatisi per una migliore fruibilità delle spiegazioni si sono di nuovo compattati per ammirare portico, campanile, “retablo” dell’altar maggiore, colonne tortili, decorazioni con ghirlande di fiori e frutti. Si è poi proseguiti per la frazione di Les Arnauds e ci si è fermati per una breve descrizione della Chiesa di San Lorenzo e dell’antico forno comunale. Dopo si è percorsa la “passeggiata del canale” (anche questo luogo giolittiano) realizzata sopra la condotta costruita oltre 170 anni fa che da Les Arnauds portava le acque della Dora di Melezet (conosciuta anche come Rio di Valle Stretta) all’imbocco della galleria del traforo ferroviario del Frejus (completato nel 1871 dopo 15 anni di lavori) per alimentare dieci compressori. Lungo questo percorso si sono ammirate le opere in legno realizzate da scultori diversi.  Prima del transito sul ponte del torrente Rho la comitiva ha sostato sul luogo di partenza del Sentiero Bonatti, realizzato pochi anni fa dal CAI locale per ricordare il noto alpinista al quale il Comune di Bardonecchia aveva conferito nel 1955 la cittadinanza onoraria non solo per le sue avventure bardonecchiesi, ma per aver dato lustro alla cittadina grazie alle sue epiche scalate. Si è poi giunti in Borgo Vecchio dove nella piazza centrale vi è stata una breve descrizione della Chiesa Parrocchiale di Sant’Ippolito, ricostruita circa 200 anni fa sul luogo della preesistente crollata nel 1806. All’esterno si sono ammirati i due campanili (quello più recente, a cipolla, di stile ottocentesco e quello in stile romanico, unico resto dell’antica chiesa) e all’interno, fra le tante testimonianze di scultura e intaglio, l’imponente “retablo” dell’altare maggiore. Sul sagrato si è preso anche visione della più antica fontana del borgo e del Museo Etnografico che raccoglie oggetti che documentano la vita quotidiana di un tempo (già vecchia sede del Municipio). Essendo già passate le 17.30 incombeva la partenza del bus sostitutivo del treno per lavori sulla linea ferroviaria in alta valle e pertanto non è stato possibile visitare “Tur d’Amun”  col suo Parco Archeologico (torre a monte del Borgo Vecchio) facente parte del vecchio castello, già residenza di signori locali (nel XII secolo la  famiglia dei De Bardonisca). La visita dei ruderi restaurati del maniero (ma non solo quelli) potrà essere oggetto di altri eventi. Grazie anche al bel tempo, in un periodo di elevata variabilità meteorologica, l’intensa giornata ha consentito di scoprire altri angoli dell’immenso patrimonio di arte e cultura alpina che, con le bellezze naturali, contribuiscono a creare un‘area territoriale unica. E’ doveroso dunque ringraziare anche quanti patrocinano queste iniziative: i Comuni interessati per l’edizione annuale e il piano di valorizzazione territoriale integrata “Valle di Susa. Tesori di Arte e Cultura Alpina”. 

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