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Vite in ascesa | 24 maggio 2024, 08:00

IL GENDARME DI VIGNAL

di Lodovico Marchisio Foto di Roberta Maffiodo

La Croce in vetta

La Croce in vetta

A volte la scelta di piccole ma caratteristiche cime (nostre mete di oggi per cercare vette minori che racchiudono un loro fascino particolare) è riportare a galla in un macrocosmo di colossi alpini, piccoli affioramenti rocciosi dimenticati o solo conosciuti (se sono anche terreni per l’arrampicata).

Il pilastro di Vignal, sito in Val Chisone, ne è un chiaro esempio.

Lo si raggiunge deviando a destra a Roreto (provincia di Torino) subito dopo il bivio per il Vallone del Bourcet, per una stradina inizialmente asfaltata e poi sterrata (Roure), oltrepassando la borgata e giungendo ad un bivio, per continuare dritto fino ad un tornante a breve distanza dalla sommità della Cima delle Grange (a circa un chilometro da Chambellier).

Salire 50 metri nel bosco e a uno slargo sulla destra, parcheggiare. La strada il 12 maggio c.a. aveva profondi solchi dovuti alle recenti e abbondanti piogge che avevano creato un piccolo rio, con forte pericolo di sbandamento, per cui non era prudente proseguire, ma in condizioni normali con una 4x4 si sale comodamente fino sotto il salto finale.

Lungo la via normale

Abbiamo poi proseguito per il tratto sconnesso a piedi, inizialmente sul proseguimento della stradina sterrata e in seguito, in prossimità di una curva a gomito verso sinistra, ove si trova il parcheggio abituale quando la strada è transitabile (mezz’ora in più per arrivare dove noi abbiamo parcheggiato). Qua giunti è d’obbligo una breve digressione sulla destra (verso di salita) alla prospiciente “Cima delle Grange” (1300 m circa), ove tra roccette e scalini intagliati nella roccia (passi di I° grado) si percorre il restante risalto roccioso (meglio legare con la corda i più inesperti per far godere appieno anche a loro del superbo panorama che si gode dalla cima).

Si scende per la stessa e unica traccia dopo aver toccato l’apice contraddistinto da una piccola croce lavorata a mano. (10 minuti soltanto sono necessari dall’attacco alla vetta).

Ritornati al punto iniziale, in 15 minuti di agevole anche se ripida salita nel bosco, ci si porta al salto finale del Pilastro di Vignal, che si trova sulla destra, sporgente sulla pianura. La traccia s’insinua facile tra pungitopo e altri alberelli, mentre a sinistra vige un discreto salto roccioso di una cinquantina di metri. Poi per una minuscola ma ben evidente traccia blu, che evita ogni difficoltà si raggiunge la croce metallica di vetta con il rispettivo cassonetto che contiene il libro per la firme.

Discesa per lo stesso itinerario o per la stradina che s’incontra 50 m circa sotto la vetta. Dal parcheggio nostro alla vetta, calcolare a passo tranquillo, un’ora circa. Queste due minivette fanno parte di una promessa che m’ero fatto di tornare ad occuparmi di loro quando sarei stato troppo anziano e malconcio per salire le grandi cime, quando cioè transitavo velocemente accanto a questi minuscoli affioramenti, che paiono oasi introvabili o mini isole sporgenti in un mare infinito di boschi, prati e ruscelli, cime curiose, se no il mio occhio assetato di bellezze naturali non le avrebbe notate, ma snobbate, un tempo quando la meta era una cima lontana, conosciuta e alpinistica per eccellenza.

Pilastro di Vignal e Cima delle Grange. Foto storica del compianto Fiorenzo Michelin

Ma dato che come si dice c’è un frutto per ogni stagione, oggi a 77 anni ringrazio queste minuscole vette che mi ridanno l’opportunità di andarle a riscovare come l’acqua nel deserto, per potermi rifugiare in montagna che resta la mia più grande essenza di vita.

Il Pilastro di Vignal ha tutte le caratteristiche per essere considerato vetta di gran pregio perché ha un avvicinamento su strada sterrata percorribile col fuoristrada fin quasi alla base, quindi un brevissimo avvicinamento su un sentierino marcato in blu fino alla vetta, un po’ di esposizione finale che non guasta mai (un cordino di protezione serve solo per chi patisce in modo parossistico di vertigini) e una bella croce con annesso libro di vetta che è la classica ciliegina sulla torta.

Entrambe le cime contano moltissime vie di arrampicata aperte e descritte sul libro “Roccia d’Autore”, pubblicato a postumo, per onorare l’operato del compianto Fiorenzo Michelin.

Descrizione tecnica:

Altezza Massima raggiungibile: 1400 m circa (massima altezza)

Tempo di salita: 2 h (salendo le 2 cime con la croce entrambe)

Tempo di discesa: 0.45 h

Tempo Totale (AR): 2,45 h /3 h al massimo

Dislivello: circa 200 m scarsi 

Difficoltà: facili ma esposti i 2 tratti finali.

Materiale occorrente: uno spezzone di corda (non obbligatorio)

Accesso in auto: Torino, Pinerolo, Roreto, Chisone Chambellier

Località di partenza: poco oltre (1 Km circa) da Chambellier

Località di arrivo: la stessa località di partenza

ascova

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