Il verde cigno di Legambiente cambia il piumaggio; da verde sta diventando sempre più nero così come il giallo della bandiera ed il nero della scritta Legambiente.
Ognuno è libero di pensarla come crede, ma l’impressione è che le bandiere nere assegnate da Legambiente siano tinte di prevenuta demagogia che spesso non conosce il territorio o si affida a posizioni politiche che poco hanno a che vedere con la razionalità, allo sviluppo e alla crescita dei territori e delle popolazioni che li abitano.
Non so quale ruolo abbia Legambiente per dare i voti alle varie amministrazioni… Ma è palese che nel caso della bandiera nera, per la telecabina Pila-Couis ed il taglio di 700 alberi, data alla Giunta regionale allora guidata da Erik Lavevaz, sia stata un’assegnazione fatta sulla carta. Alla Valle d’Aosta una bandiera nera bisogna pur darla e allora diamola ad un progetto che rappresenta una grande opportunità di sviluppo. Mi vengono alla mente i ricorsi alla magistratura e alle adunate per impedire la costruzione dell’autostrada Aosta-Monte Bianco. Le azioni dei verdi hanno bloccato i lavori per una decina di anni causando ingenti danni economici pagati dalla comunità tutta. Ma se il collegamento autostradale non fosse stato realizzato che ne farebbe del collegamento Aosta Monte Bianco lungo la vecchia statale 26?
Per tornare alla telecabina Pila-Couis, ho l’impressione che la bandiera nera per il taglio di 700 alberi sia stata assegnata per sentito dire o in totale mancanza di conoscenza del territorio, probabilmente attribuita da chi sta seduto dietro una scrivania magari a Milano o a Roma.
Tagliare 700 piante se in totale ce ne fossero 1.000 è un conto, sarebbe uno scempio, ma se ne taglio 700 su milioni, forse le cose cambiano…e dico di più, se sovrapponiamo una fotografia degli anni ’50 con una attuale ci rendiamo conto di quanto la superficie del bosco sia aumentata e di quante migliaia di piante in più ci siano, e questo perché una volta i boschi erano curati e continuamente confinati, perché la legna serviva per scaldarsi e per lavori da opera.
Oggi con i moderni metodi di riscaldamento e le segherie industriali le foreste vengono di fatto abbandonate e queste crescono a dismisura, tanto che non si riesce più ad entrare nei boschi proprio per l’abbandono nel quale versano. Anzi si spendono soldi per le bonifiche e le manutenzioni.
Per l’assegnazione della bandiera nera gli esperti Verdi non fanno alcun riferimento al fatto che nelle prescrizioni date dalla Regione vi sia l’obbligo per la Pila SpA di risanare una parte delle foreste attraversate e del territorio; questo si utile all’ambiente… così come non viene fatto cenno, sempre da questi esperti, del fatto che proprio in questi anni sul territorio di Gressan siano stati piantumati migliaia di meli… altro che le 700 che vengono tagliate a Pila.
La bandiera nera fa poi un rilievo pesante sul ruolo che ha la V.A.S. in relazione al progetto: Praticamente viene definito un organismo inutile e che non ha approfondito la materia. Mi risulta il contrario; il percorso è stato molto lungo e dettagliato nei minimi particolari, con un’attenzione prestata al rispetto dell’ambiente addirittura certosino non tralasciando alcun aspetto, basterebbe leggere i diversi verbali degli incontri avvenuti con le strutture regionali preposte.
E ancora, viene fatto rilevare che è mancata la trasparenza perché non si è avuto un confronto con la popolazione sulle diverse ipotesi di progetto, cosa non vera, incontro fatto nel salone delle BCC a Gressan nel 2018 e serata di presentazione del progetto al teatro Splendor di Aosta… e comunque ci mancherebbe che si chieda alla popolazione valdostana di esprimersi sul rifacimento di due seggiovie di un comprensorio sciistico. (Da cittadino mica sono stato consultato per attribuire le bandiere, ndr.).
C’è chi ha il ruolo di decidere e questo deve dare ad ognuno le proprie responsabilità. Diversamente nessuno deciderebbe mai nulla. Ci manca che su ogni cosa si debba convocare un referendum… ci accorgeremo fra non molti anni delle conseguenze prese da alcuni referendum.
Sono convinto che la Regione, l’Amministrazione comunale di Gressan guidata da Michel Martin e la Pila SpA abbiano al primo posto delle priorità la salvaguardia dell’ambiente proprio perché l’ambiente è il patrimonio di una valle che vive sul turismo.
Un amico mi ha detto: “Non si capisce perché da una parte ci sia chi, magari non sapendo neppure dove è Pila, sia titolato ad ergersi a difensore dell’ambiente e dall’altra ci siano dei malvagi che facciano di tutto per rovinare le nostre bellezze”.
Io penso che se abbiamo un paesaggio che è definito bellissimo da parte di tutti sia proprio perché gli abitanti, quelli che conoscono veramente il territorio, sanno quello che fanno.
Peccato: il verde è il colore della natura, il giallo è simbolo della luce ma sono sempre più inquinati da un nero senza luce che fa precipitare nelle tenebre un’Associazione dalle numerose battaglie giuste e condivisibili ma che questa volta ha deluso.