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FEDE E RELIGIONI | 05 aprile 2023, 18:00

Almanach de jeudi 6 avril saint Célestin

Non vi sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate nelle vostre immaginazioni Gesù Cristo crocifisso tra le vostre braccia e sopra i vostri petti, e dite baciando più volte il suo costato: Ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità! io vi terrò stretto, o mio Gesù, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo di sicurezza. (san Pio di Pietrelcina)

Almanach de jeudi 6 avril saint Célestin

AGENDA DEL VESCOVO DI AOSTA MONS. FRANCO

Giovedì 6 aprile Giovedì Santo

Cattedrale ore 9.00

Messa Crismale

a seguire incontro con sacerdoti e diaconi

Cattedrale ore 18.00

Missa in Cœna Domini

Venerdì 7 aprile Venerdì Santo

Cattedrale ore 8.30

Celebrazione delle Lodi

Cattedrale ore 12.00-14.00
A disposizione per le Confessioni

Cattedrale ore 18.00

Celebrazione della Passione del Signore

Arco d’Augusto Cattedrale ore 20.30

Via Crucis cittadina

Sabato 8 aprile Sabato Santo

Cattedrale ore 8.30

Celebrazione delle Lodi

Cattedrale ore 21.00

Solenne Veglia Pasquale

Domenica 9 aprile Pasqua di Risurrezione

Cattedrale ore 10.30

S. Messa pontificale nella Pasqua del Signore

Chiesa Collegiata di Sant'Orso - ore 17.30

Vespri pontificali

Martedì 11 aprile

Seminario mattino

Riunione dei Vicari

Casa Circondariale di Brissogne ore 14.00 e 15.00

S. Messe nell’Ottava di Pasqua

Villeneuve ore 18.00

Incontro con i Sindaci di Introd, Rhêmes-Notre-Dame,

Rhêmes-Saint-Georges, Valsavarenche e Villeneuve

Mercoledì 12 aprile

ore 8.45-12.45

LE MESSAGER RICORDA saint Célestin

Chiesa celebra   Giovedì Santo - Cena del Signore

Il giorno del Giovedì Santo è riservato a due distinte celebrazioni liturgiche, al mattino nelle Cattedrali, il vescovo con solenne cerimonia consacra il Sacro Crisma, mentre nel tardo pomeriggio c’è la celebrazione della Messa in “Cena Domini”, cioè la ‘Cena del Signore’.

Il giorno del Giovedì Santo è riservato a due distinte celebrazioni liturgiche, al mattino nelle Cattedrali, il vescovo con solenne cerimonia consacra il sacro crisma, cioè l’olio benedetto da usare per tutto l’anno per i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo, Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni.

A tale cerimonia partecipano i sacerdoti e i diaconi, che si radunano attorno al loro vescovo, quale visibile conferma della Chiesa e del sacerdozio fondato da Cristo; accingendosi a partecipare poi nelle singole chiese e parrocchie, con la liturgia propria, alla celebrazione delle ultime fasi della vita di Gesù con la Passione, morte e Resurrezione.

Nel tardo pomeriggio c’è la celebrazione della Messa in “Cena Domini”, cioè la ‘Cena del Signore’. Non è una cena qualsiasi, è l’Ultima Cena che Gesù tenne insieme ai suoi Apostoli, importantissima per le sue parole e per gli atti scaturiti; tutti e quattro i Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa degli ‘Azzimi’, chiamata Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in casa di un loro seguace.

La Pasqua è la più solenne festa ebraica e viene celebrata con un preciso rituale, che rievoca le meraviglie compiute da Dio nella liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana (Esodo 12); e la sua celebrazione si protrae dal 14 al 21 del mese di Nisan (marzo-aprile).

In quella notte si consuma l’agnello, precedentemente sgozzato, durante un pasto (la ‘cena pasquale’) di cui è stabilito ogni gesto; in tale periodo è permesso mangiare solo pane senza lievito (in greco, azymos), da cui il termine ‘Azzimi’.

Gesù con gli Apostoli non mangiarono solo secondo le tradizioni, ma il Maestro per l’ultima volta aveva con sé tutti i dodici discepoli da lui scelti e a loro parlò molto, con parole che erano di commiato, di profezia, di direttiva, di promessa, di consacrazione.

Il sole sorge alle ore 7,09 e tramonta alle ore 19,59.

La Quaresima è il tempo «per spogliarci della pretesa di bastare a noi stessi e della smania di metterci al centro, di essere i primi della classe, di pensare che con le nostre sole capacità possiamo essere protagonisti della vita e trasformare il mondo che ci circonda». (Papa Francesco)

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