Una delegazione della Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato è in visita in Valle d’Aosta per una presa di conoscenza diretta delle principali tematiche riguardanti gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici nel contesto alpino.
Presenti l’Assessore Carlo Marzi e il Senatore Albert Lanièce, Vice Presidente della Commissione, il sindaco di Courmayeur Roberto Rota, i senatori hanno partecipato a una ricognizione dei ghiacciai di Planpincieux e delle Grandes Jorasses fino al Rifugio Boccalatte e hanno successivamente visitato la funivia SkyWay del Monte Bianco.
La presenza della commissione è il frutto di una particolare sinergia fatta di approfondimenti e scambi con il Senatore Albert Lanièce da oltre due anni, che si è concretizzata con un’audizione preliminare in Commissione lo scorso 13 aprile, nel cui ambito ARPA Valle d’Aosta e Fondazione Montagna sicura hanno reso un primo approfondimento sui ghiacciai.
Grazie all’apporto tecnico-scientifico e organizzativo della Fondazione Montagna sicura e di Arpa della Valle d’Aosta e al contributo dei Dipartimenti regionali dell’Ambiente e della Programmazione, Risorse idriche e Territorio, dell’Unione valdostana guide di alta montagna e del Soccorso alpino valdostano, i componenti della Commissione hanno oggi approfondito, in una tavola rotonda, sei temi centrali: stato di (non) salute dei ghiacciai, carenza idrica a causa della riduzione della massa glaciale, Piano di monitoraggio dei rischi glaciali e frequentazione dei ghiacciai, ruolo dei soccorritori e delle Guide alpine e Strategia regionale di adattamento.
“Siamo felici della presenza della Commissione Ambiente del Senato – ha commentato il Presidente della Regione Erik Lavevaz - e della qualificata attenzione che i componenti di questo organismo stanno riservando alle problematiche connesse ai cambiamenti climatici nel nostro ambiente alpino. Il massiccio del Monte Bianco, con i suoi ghiacciai, è certamente uno dei contesti più interessanti e più significativi in cui affrontare questi temi. La Regione autonoma Valle d’Aosta vi sta investendo risorse importanti e competenze di rilievo. Le ricerche e i sistemi di monitoraggio realizzati ci consentono ora di non limitarci a rincorrere le emergenze ma di tracciare scenari previsionali utili al mondo scientifico con importanti ricadute sulla vita dei cittadini”.
“Come superficie glacializzata la Valle d’Aosta ha l’equivalente di un terzo dei ghiacciai italiani e, se uniamo a questo aspetto gli anni di ricerca dedicata, l’attenzione alla risorsa idrica, gli studi ed i monitoraggi di avanguardia (con tecnologie di avanguardia), - ha spiegato l’Assessore Carlo Marzi - la Valle d’Aosta si può candidare ad essere un Laboratorio nazionale, nello spirito ovviamente costruttivo e di rete di collaborazione che da sempre caratterizza il nostro agire”.
“Con lo stesso spirito – ha aggiunto Marzi - il Governo regionale si è reso disponibile a dare un supporto operativo e concreto per dare un seguito alla visita, contribuendo agli sviluppi per un possibile piano nazionale di presa in conto delle problematiche dei ghiacciai alpini nell’attuale contesto di cambiamento climatico”.
Per il senatore valdostano Albert Lanièce, che accompagna i colleghi di Palazzo Madama in Valle d’Aosta: “Questa missione sul posto è importantissima perché permette ai senatori che fanno parte della Commissione Ambiente del Senato di rendersi conto personalmente della situazione dei ghiacciai alpini. Una situazione critica, che purtroppo tende a peggiorare di anno in anno, legata ai cambiamenti climatici.
“Oggi – prosegue Lanièce - completiamo un lavoro che la Commissione ha iniziato mesi fa in termini di audizioni per raccogliere dati e scenari con l’obiettivo di arrivare alla formulazione di un documento che sarà sottoposto alla Commissione Senato e, mi auguro presto, all'aula legislativa. L’intento è quello di sollecitare il Governo e l'opinione pubblica su una problematica così importante che vede protagoniste non solo le regioni alpine, e quindi anche la Valle d'Aosta, ma l'intero pianeta.”
Grimaldi (Sinistra Italiana) e Pulz (Adu Vda): un paradiso troppo spesso maltrattato
Sen. Patty L'Abbate, Sen. Paola Nugnes, Daria Pulz, Carola Carpinello, Sen. Virginia Lamura
Il giudizio universale climatico si palesa in modo evidente in questo territorio alpino: nel 2020 sono stati contati — secondo il report “sottoZero” di Fondazione Montagna sicura — 184 apparati glaciali rispetto ai 216 presenti nel 1999, con 32 ghiacciai scomparsi in 21 anni. Si sono persi 34 km2 di superficie glaciale (meno 22%). Questo basterebbe per farci dire che siamo in un territorio in cui la transizione ecologica è più urgente che mai. Ma non basta, perché si tratta anche di porre un freno a comportamenti miopi o predatori purtroppo diffusi o tollerati in passato — dichiarano il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e responsabile transizione ecologica di Sinistra Italiana e l’ex Consigliera regionale valdostana Daria Pulz, della segreteria politica di Adu Vda, in occasione della visita della Commissione Ambiente del Senato in Valle d’Aosta.
“Va rigettato per esempio il progetto di collegamento funiviario intervallivo Cime Bianche tra la Val d’Ayas e Cervinia, proprio al fine di tutelare l’ultimo vallone selvaggio dell’intera Valle d’Aosta — proseguono Grimaldi e Pulz. — Questo progetto mira alla creazione di un mega-comprensorio sciistico che unisca il Piemonte alla Svizzera, passando dalla Valle d’Aosta. Il tutto ignorando (o facendo finta di ignorare) che lo zero termico negli anni si è sempre più alzato e che la neve naturale sta lasciando sempre di più il passo a quella artificiale, con tutto ciò che ne consegue, a partire dallo sfruttamento selvaggio delle acque.”
“Va posto un freno all’eccessivo sfruttamento idroelettrico in tutte le regioni dell’arco alpino (sono circa 300 le centrali solo in Valle d’Aosta), su cui la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per una insufficiente tutela delle acque. Va operato un controllo serio sulle discariche presenti nel regione e sul tipo di rifiuti conferiti, dopo la vicenda grave della discarica di Pompiod che rischia di ripetersi anche a Chalamy.
Va approvata al più presto una norma che regoli le distanze tra discariche e abitazioni, come iniziale tutela nei confronti della salute della popolazione, oltre che una seria razionalizzazione degli impianti sul territorio, attualmente ampiamente sovrastati rispetto alle esigenze locali, ma con mire economiche che travalicano i confini. Siamo in un paradiso naturalistico, ma sembra che a molti ciò non sia chiaro. È tempo di cambiare tutto con decisione”.