Mentre le bollette rincarano; mentre i valdostani non sanno più a che santo votarsi, anche se l’ottimismo inizia a serpeggiare tra le categorie produttive, la politica torna a litigare e a dividersi. La primavera sarà certamente calda sul piano economico e sociale; le aziende non vedono l’ora di potersi ristrutturare, ma la politichetta ha trasformato il Consiglio Valle, la massima espressione democratica della Petite Patrie è diventato una sorta di Villa Gina dove c’è chi esce da una stanza ed entra in un’altra senza alcuni pudore e si accomoda su questo o quel letto partitico con l’obiettivo di salvaguardare le posizioni di rendita.
L’ultima adunanza del Consiglio Valle è stata nuovamente una brutta pagina scritta dalla politichetta. Mentre si vede la fine del tunnel che il covid ci ha fatto imboccare i politichini si ringalluzziscono e riprendono a scontrarsi su questioni di lana caprina invece di aprire tavoli tecnici e politici idonei a individuare soluzioni per una effettiva e duratura ripartenza.
E come per polemizzare inutilmente l’aula del Consiglio fosse insufficiente ecco che i loro pensieri li affidano a comunicati stampa con accuse reciproche. Per Progetto Civico Progressista "la maggioranza autonomista-progressista è in evidente affanno e, con la paura di non reggere durante le votazioni in Consiglio regionale, non accetta le proposte costruttive della minoranza, limitando di fatto il dibattito".
Piccata la risposta della maggioranza: “Sorprende che si invochi la mancanza di dialogo quando vengono rifiutati gli spazi di confronto; abbiamo invitato l'opposizione a partecipare a veri spazi di confronto, come quello sul caro energia che finora è stato affrontato solo dalle forze di maggioranza, senza richieste né ufficiali né informali dai gruppi di opposizione: per questo avevamo programmato anche un incontro nella pausa della riunione del Consiglio, che è stata invece disertata", sottolineano i consiglieri dell'Union Valdôtaine, dei Federalisti Progressisti-Partito Democratico, dell'Alliance Valdôtaine-VdA Unie, della Stella Alpina e il consigliere Claudio Restano del gruppo misto (uno che cambia partito e posizioni ad ogni stormir di maggioranze, ndr).
Per l’altra parte di opposizione quella di Lega, Pour l’Autonomie e del neo forzista Mauro Baccega, la maggioranza regionale "è in liquefazione" e al suo interno "si stanno consumando vere e proprie lotte tribali". Stesse accuse alla maggioranza che Baccega ha fatto a Pour l’Autonomie al momento di abbandonare il partito che gli ha messo a disposizione un posto in lista per farsi rieleggere dopo essere uscito dall’Uv.
Tutto è nato perché, la maggioranza ha respinto l’iscrizione in via d’urgenza di alcune risoluzioni dallo stampo demagogico, visto che i tempi potevano essere affrontati se i proponenti avessero depositato delle mozioni da iscrivere all’ordine del giorno. Le risoluzioni servono a poco sul piano pratico in quanto le proposte devono essere legittimate da leggi la cui approvazione richiede mesi di dibattito e confronto.Un dibattito davvero avvilente. Ha ragione Paolo Contoz, già consigliere regionale, quando dice: “Quale occasione migliore per riunirsi insieme tutti, ma dico proprio tutti gli autonomisti compresi i super autonomisti di Pour l' Autonomie in questo necessario rimpasto di maggioranza. Chi vuole andare al centro con Forza Italia vada quello è il suo percorso naturale. Gli autonomisti stiano insieme e chissà se un domani non si ritroveranno in un unico vero partito autonomista. Questo è il momento storico di legarsi bene insieme per il bene della nostra valle d'Aosta”.
Ma è chiaro che la maggioranza deve dare segnali di compattezza. Non è il momento di lavorare per fare le scarpe a Erik Lavevaz. Chi ha senso di responsabilità lo metta sul tavolo se non vuole contribuire a umiliare i morti, offendere chi ha combattuto il covid e svilire la Politica.