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CISL VdA | 10 gennaio 2022, 17:02

Per i pensionati scattano i mini aumenti

Dal 2022 assegni rivalutati del 1,7%, ma preoccupa l’impennata dei prezzi

Vincenzo Albanese regretario generale Pnesionati Cisl VdA

Vincenzo Albanese regretario generale Pnesionati Cisl VdA

“Non sarà tantissimo ma è meglio di niente” la FNP/VDA sceglie la strada dell’ottimismo accogliendo gli aumenti del 1,7% previsti dal 2022 sugli assegni previdenziali.

Da 10 anni gli adeguamenti all’inflazione erano stati bloccati, ecco perché per ora, ci accontentiamo in attesa di misure che riescano a migliorare la qualità della vita e il potere di acquisto di una categoria che paga regolarmente le tasse, ma non riceve le tutele che meriterebbe.

Il futuro potrebbe però riservare presto un’amara beffa: perché se i mini aumenti arriveranno proprio a causa del tasso di inflazione, proprio il caro vita schizzato alle stelle nelle ultime settimane potrebbe far evaporare i pochi euro in più incassati.

LE STIME

Meglio allora concentrarsi sul presente. Dal 5 gennaio le prime pensioni erogate dovrebbero essere state aggiornate al rialzo: gli aumenti oscilleranno dai circa 17 euro al mese per chi percepisce 1.000 euro lordi fino a 61 euro per coloro che ne incassano 4 mila.

Nel mezzo ci sono incrementi graduali che interessano le pensioni dai 1500 lordi (25,50 in più al mese) quelle fino a 2.000 euro (34 euro) e quelle fino a 2.500 euro (41,76). A questi aggiornamenti si aggiungono anche quelli applicati ai trattamenti minimi con un aumento degli assegni INPS che li farà passare da 515,58 euro mensili a 523,83. L’assegno sociale si adeguerà salendo da 460,28 a 467,65 euro.

CARO VITA

Eppure neanche il taglio delle tasse dovrebbe arricchire i pensionati, i vantaggi per chi incassa un assegno da 1.500 euro non andrà oltre i 100 euro su base annua, troppo poco per compensare il terremoto dell’inflazione che già dallo scorso autunno sta dando le prime potenti scosse. Basti pensare che il caro prezzi registrato a fine 2021 si è attestato sul 3,9% oltre il doppio degli adeguamenti pensionistici. C’è il rischio di vanificare i vantaggi economici ottenuti faticosamente quest’anno, ecco perché non basta aumentare i trattamenti, ma procedere con misure che diminuiscano il costo della vita ai pensionati, per le fasce di contribuzione più deboli che hanno esigenze particolari e chiedono trattamenti adeguati.

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