“Il Manifesto presentato oggi dai sindacati e da Confindustria è una piattaforma concreta, pragmatica, sfidante per una transizione tecnologica-energetica che può farsi traino della ripartenza se si aggancia alla sostenibilità sociale e alla partecipazione sociale”. Lo ha detto oggi il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra a Roma all’evento “Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile”, organizzato da Confindustria Energia, Femca Cisl, Flaei Cisl, Filctem-CGIL, Uiltec-UIL. “La transizione energetica intercetta tutte le le sfide di questa stagione. Affrontarla vuol dire ripensare il modo in cui si produce, si vive e si consuma” ha aggiunto il leader della Cisl ricordando che “l’economia verde deve essere pilastro di ripartenza dell’economia, dell’occupazione, della ricerca e della produttività. Non a caso è fattore strutturale del Recovery Plan e parte fondamentale del Pnrr, che gli dedica 70 miliardi. Se si aggiungono ReactUE, GreenDeal, FSC – osserva ancora – si arriva a una cubatura di risorse che il nostro Paese non ha mai avuto: opportunità irripetibile per rifondare il modello di sviluppo. È fondamentale sfruttare tutte le soluzioni di decarbonizzazione adottando un approccio inclusivo e minimizzando gli impatti sociali, costruendo anzi le condizioni perché la trasformazione elevi quantità e qualità del lavoro, ecosistemi puliti e produttivi, innovazione tecnologica”.
“In ballo ci sono 700mila lavoratori delle filiere produttive di acciaio, alluminio, cemento, vetro, plastica e carta e altri comparti strategici altamente energivori, – tiene a ricordare – e che dunque richiedono percorsi di riconversione, che salvaguardino le professionalità, riqualificando quelle obsolete. In questo modo possiamo difendere e aggiornare l’occupazione esistente e abbiamo l’opportunità di creare centinaia di posti di lavoro in 10 anni”.
Sono cinque per la Cisl le direttrici sociali della giusta transizione secondo Sbarra: dialogo sociale a tutti i livelli, a cominciare dal PNRR. Far partire i tavoli di partenariato per una governance che dia condizionalità occupazionali e contrattuali agli investimenti; una nuova architettura di protezione e promozione del lavoro per sostenere le transizioni con ammortizzatori universali connessi a politiche attive che assicurino occupabilità, adeguamento professionale, riqualificazione continua; un grande investimento sulle competenze digital e sulla ricerca, su ITS, Università, scuole superiori di ordine tecnico; un sostegno alle start-up e all’innovazione; valorizzare la contrattazione, specialmente di II livello, e le relazioni industriali partecipative flessibili, innovative, che introducano il diritto-dovere universale alla formazione, esaltino l’apporto creativo dei lavoratori, responsabilizzandoli nell’ organizzazione del lavoro e nelle decisioni d’impresa “ha concluso Sbarra.
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