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CRONACA | 05 novembre 2021, 16:00

Omicidio Betemps, 'Pino' era preoccupato ma non cercava aiuto da nessuno

Una delle ultime persone che gli parlò prima della morte è un ex carabiniere e guardia giurata in pensione, 'mi disse che aveva tanti problemi ma era restìo a farsi aiutare'

Omicidio Betemps, 'Pino' era preoccupato ma non cercava aiuto da nessuno

La spesa quotidiana per sé e per il fratello Giorgio, più giovane di quattro anni e gravemente disabile; le frequenti commissioni ad Aosta (quasi immancabile quella dal tabaccaio), la manutenzione del motocarro Ape. Una vita scandita da gesti precisi e poche abitudini quotidiane quella di Giuseppe 'Pino' Betemps, il 72enne di Saint-Christophe il cui corpo senza vita è stato trovato martedì 19 ottobre da un vicino di casa nella cantina della sua abitazione con un cappio a intorno al collo e segni di violenza sul corpo. Mentre gli investigatori della Squadra mobile della questura di Aosta sono alla ricerca del suo assassino, emergono particolari che confermano come Giuseppe Betemps abbia vissuto i suoi ultimi giorni con una serie di preoccupazioni che lo affliggevano. I vicini di casa hanno raccontato che poco tempo fa un ladro si era introdotto nella sua abitazione in località Sorreley. Lo aveva detto loro lo stesso Betemps, affermando anche di averlo scopeto e messo in fuga. Era un ragazzo, forse autore di altri furti commessi nella zona. Un episodio che Pino si era lasciato alle spalle. Non così le preoccupazioni per il futuro, suo e del fratello. Quelle era più difficile dimenticarsele, anzi.

Calogero Vullo, ex carabiniere e guardia giurata in pensione, ricorda bene le ansie che tormentavano Betemps. Vullo è stato probabilmente una delle ultime persone a parlargli: "Lo avevo incontrato in carrozzeria, era rimasto temporaneamente senza la disponibilità dell'Ape e mi offrii di accompagnarlo da Aosta fino a casa sua; camminava e si muoveva con difficoltà, mi disse che aveva problemi di salute". Durante il breve tragitto dalla carrozzeria a Sorreley, Pino Betemps raccontò a Vullo dei suoi acciacchi e delle difficoltà a gestire le necessità del fratello.

"Mi permisi di suggerirgli di rivolgersi agli assistenti sociali, perchè non  avrebbe potuto continuare a lungo ad occuparsi di tutto, ma mi rispose in modo vago, lasciandomi intendere che non era tipo da chiedere aiuto ed era abituato a risolvere i problemi da solo. Lo salutai con la promessa che ci saremmo rivisti per un caffé. Circa una settimana dopo ho saputo che era stato trovato morto. Mi sono chiesto se quella avuta con me è stata una delle sue ultime conversazioni con estranei e credo proprio sia così". 

 

Che si tratti di omicidio, per gli inquirenti non ci sono dubbi: gli accertamenti medico-legali hannoi rilevato delle ferite alla testa, oltre alla frattura di un polso e del naso, segni evidenti di aggressione e/o collutazione avvenuta poco prima della morte.

Il cappio attorno al collo potrebbe essere stato utilizzato per strangolare la vittima, anche se l'autopsia non ha saputo svelare con certezza quale sia stata la causa del decesso. Gli inquirenti al riguardo stanno aspettando i risultati degli ultimi rilievi svolti dalla polizia scientifica.
La procura aveva aperto da subito un fascicolo per omicidio a carico di ignoti, ma non aveva escluso neppure l'ipotesi del suicidio. Durante la perquisizione dell'appartamento dell'uomo sono stati trovati anche mille euro in contanti, circostanza che fa scartare l'ipotesi del delitto a scopo di rapina.

Il cadavere fu scoperto nella cantina della casa dove Pino Betemps abitava da diversi anni insieme al fratello 68enne Franco, gravemente disabile.

Anche Giuseppe era fisicamente malato ma era lui a provvedere alla sopravvivenza di quel familiare ancora più sfortunato di lui. Era Pino a recarsi quotidianamente ad acquistare viveri e beni di prima necessità; Franco non riusciva a badare a se stesso: a Saint-Christophe tutti lo vedevano quasi ogni giorno camminare per strada con un secchio pieno d'acqua, diretto da nessuna parte.

I fratelli Betemps vivevano in uno stato di disagio sociale evidente, circondati da vestiti vecchi, bottiglie di vetro, cassette e vecchi ferri arrugginiti. Pare che alcuni vicini si fossero offerti di aiutarli, così come l'Amministrazione comunale, ma che loro, o meglio Pino, avessero sempre rifiutato ogni intervento. 

Quel martedì mattina i vicini di casa erano intervenuti per prestare soccorso a Franco, notato denutrito e quasi privo di sensi sulla porta di casa. Era in stato di grande confusione e molto provato; di Giuseppe nessuna traccia: il vicino lo aveva trovato poco dopo steso a terra in cantina, morto da giorni e con una corda attorno al collo.

pa.ga.

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