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CRONACA | 01 maggio 2021, 20:09

Il Covid ha festeggiato il Primo Maggio in Piazza Chanoux

Ecco spiegato perché la Valle continua ad essere zona rossa. Un caloroso ringraziamento al presidente della Giunta, nonché prefetto, all'assessore regionale alla Sanità che si è lamentato perche siamo rossi per sole poche unità oltre i parametri

Un fermo immagine del Primo Maggio festeggiato da covid in piazza Chanoux

Un fermo immagine del Primo Maggio festeggiato da covid in piazza Chanoux

Perché. Oltre che una possibile domanda e anche una risposta certa. Nel Chez nous dal titolo 'Perché' ho cercato di capire come mai la Valle d’Aosta, dopo una settimana, è tornata in zona rossa.

Sono rimasto basito nel sentire l’assessore regionale alla Sanità, il medico Roberto Barmasse, lamentarsi del fatto che il monitoraggio, che ha portato il Comitato scientifico a far precipitare la nostra regione in un profondo rosso, si basa su poche unità che hanno superato l’incidenza di 250 contagi ogni 100mila abitanti. Forse non ha presente che il Molise ha un’incidenza inferiore a 60 contagi.

Nello striminzito messaggio per il Primo Maggio il Presidente della Regione ha detto: “Celebrare il 1° maggio oggi significa ascoltare la voce di chi si è visto privare delle proprie attività lavorative dall'epidemia. Solo uno sforzo collettivo, sostenuto e accompagnato dalle istituzioni, potrà permetterci di ritrovare la libera espressione di questo diritto, elemento fondante della nostra società”.

E la risposta a tutto questo è giunta da piazza Chanoux dove Primo Maggio si è trasformata in una festa del contagio e di lavoro per i poveri operatori sanitari.

Si sono viste persone in piemo assembramento, persone che si abbracciavano e senza mascherina. In piazza Chanoux mancava l’olio e poi gli irresponsabili erano come le sardine in scatola ma senza mascherina.

E i tanto invocati controlli?

Forse erano diretti nei negozi, nei bar, nei ristoranti o lungo i sentieri di montagna dove le passeggiate sono limitate.

Non possiamo andare in montagna a camminare o in un negozio a fare acquisti ma a ballare e cantare in piazza Chanoux è lecito. Evviva il Primo Maggio del contagio covid.

L’ospedale di Aosta è al limite, ma nessuno se ne occupa. Il Covid è entrato a far parte della quotidianità. Viene trattato come qualsiasi altra patologia. In coda per le vaccinazione è come essere in lista d’attesa per una qualsivoglia malattia.

Così non ne usciamo. L’angoscia si sta facendo largo. Ma il medico Barmasse, assessore regionale alla Sanità, si lamenta perché il monitoraggio dei dati invece di dirci che in Valle d’Aosta c’è un’incidenza di 249 ha detto che siamo a quota 267; 17 contagi in più del fatidico tetto di 250. Come se da 249 a 217 contagi cambia la situazione pandemica.

In piazza Chanoux, se erano presenti solo una decina di positivi, nel corso della settimana si decuplicheranno. E ci cadranno dentro tante famiglie, e poi i ragazzi che vanno a scuola e poi, e poi, e poi, e poi i sanitari si fanno a pezzi.

Ma l’importante è chiudere le attività economiche, i negozi, i bar, i ristoranti e magari multarli per il mancato rispetto delle distanze. Ma in Piazza Chanoux si può.

Penso che chi non è in grado di gestire la pandemia dovrebbe dimettersi. Avere l’onesta morale, etica e intellettuale di dimettersi dovrebbe essere patrimonio di chi deve occuparsi della salute altrui.

Certo anche i valdostani hanno enormi responsabilità. E la dimostrazione l’abbiamo avuta oggi in piazza Chanoux dove il covid ha festeggiato il suo Primo Maggio, oggi festa del contagio. E i morti aumenteranno e quindi aumenteranno i funerali occasione di contagio formidabile così come le feste in famiglia per i matrimoni, per le prime comunioni, per le cresime.

Già, ma il problema non è creare le condizioni per fermare la pandemia. Il problema è che abbiamo sforato di sole 17 unità il tetto di 250 contagiati ogni 100mila abitati.

Ma chi ha la responsabilità della nostra salute, nonostante sia chiaro che  serve fermezza, che la pandemia non si ferma, si crogiola in interpretazioni opportunistiche dei dati con l’obiettivo di ammorbidire le misure di contenimento, in nome di un illusorio rilancio economico del Paese, ma che rappresenta la severa minaccia alla salute e alla vita di tutti noi. L’importante, per loro, è salvare la poltrona.

pi.mi.

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