"L'evanescenza del contributo del consigliere regionale Marco Sorbara al presunto sodalizio criminale va di pari passo con l'evanescenza del vantaggio derivante al sodalizio stesso, il quale rimane sostanzialmente inconcepibile, vista l’insussistenza di un nesso logico tra la condotta del politico (mai risultata illecita), e le generiche finalità dell’associazione". Pertanto "Sorbara va assolto perchè il fatto non sussiste". Lo scrivono gli avvocati Raffaele Della Valle e Sandro Sorbara (fratello dell'imputato) difensori del consigliere regionale sospeso (Uv) Marco Sorbara nell'atto di appello per l'udienza di secondo grado fissata lunedì 3 maggio alla Seconda sezione penale della Corte di Appello di Torino, chiedendo di annullare la sentenza del processo 'Geenna' celebrato al tribunale di Aosta su una presunta locale di 'ndrangheta nel capoluogo valdostano in cui Sorbara è stato condannato a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione 'ndranghetista.
L'appello è riportato nella relazione del giudice consigliere della Corte torinese Roberto Cappitelli: 521 pagine meticolose che riassumono come raramente si vede le tesi di accusa e difesa.
I legali hanno spuntato e analizzato parola per parola i faldoni dell'inchiesta condotta dalla Dda di Torino, deducendone che "in otto anni di mandato (Sorbara è stato consigliere e assessore comunale dal 2011 al 2018 e poi consigliere regionale, nemmeno la commissione antimafia –che ha analizzato pure il primo non contestato quadriennio - ha individuato anche un solo voto 'sospetto'".
Ripercorrendo i passaggi dell'inchiesta e le motivazioni della sentenza di primo grado in cui Sorbara è indicato come tra i principali fautori della crescita della presunta 'ndrina aostana, il collegio difensivo censura le accuse come frutto di mera suggestione investigativa e rileva come 'inesistenti' le responsabilità del politico rispetto a una serie di episodi. "La lettura della sentenza di primo grado - si legge nell'atto di Appello - convince della incapacità assoluta del Tribunale di tracciare il perimetro quantomeno dell’impegno promesso dal politico Sorbara al presunto sodalizio. Sorbara è definito “longamanus dell’associazione” (pag. 534 della sentenza), senza che si sia in grado di segnalare anche un solo episodio in cui egli si sia fatto portavoce degli interessi della ritenuta associazione, o abbia rivelato, 'da canale di informazione privilegiato' una sola informazione riservata, o anche abbia, in una sola occasione, condizionato il funzionamento dell’azione amministrativa del Comune di Aosta".
A riprova di ciò gli avvocati citano ad esempio tra tante altre la 'vicenda Fazari'. Sorbara frequentava il ristoratore aostano Antonio Raso (foto sotto) titolare della pizzeria La Rotonda arrestato in Geenna insieme ad altre 15 persone il 23 gennaio 2019, condannato il primo grado per associazione di stampo mafioso e tuttora in carcere. Per inquirenti e giudici Marco Sorbara sapeva che Antonio Raso era un esponente della 'locale di Aosta ma questo per i legali "non risulta da nessuna parte".
L'unico elemento da cui l'accusa deduce questa consapevolezza è appunto la vicenda Fazari (emersa dal procedimento Tempus Venit e risalente al 2011).
In base alle intercettazioni Marco Sorbara aveva ricevuto minacce di morte da Fazari, un cugino di una sua ex convivente, dopo che suo fratello Cosimo Sorbara aveva avuto un "comportamento aggressivo" nei confronti della madre della donna. Parlandone con Antonio Raso si era sentito rassicurato con un "Non ti preoccupare questi li teniamo sotto controllo", aveva riferito lo stesso Marco Sorbara in una telefonata con Cosimo. Una frase che secondo la Dda "conferma il ruolo di spicco del sodale (Antonio Raso) in grado di contrapporsi a soggetti che vantano legami con esponenti della 'ndrangheta calabrese su un piano di sostanziale parità, parlando al plurale e facendo quindi riferimento alla presenza di un gruppo di persone che lo supporta". Secondo la difesa è invece evidente che Raso dice "ci penso io" soltanto perché è amico di Fazari".
Essendo poi maturata negli anni seguenti a quella vicenda la costituzione della presunta 'ndrina che vede coinvolti gli attuali imputati in Geenna, "Mio fratello Marco nel 2011 avrebbe dovuto essere a conoscenza di fatti che sarebbero avvenuti solo tanto tempo dopo. O è un veggente o stiamo parlando del nulla. Accuse insussitenti contro chi non ha mai commesso alcun reato ma solo assistenza continua agli anziani e ai più disagiati, quello che per lui era una missione di vita come dimostrato dalle stesse intercettazioni dell'inchiesta. Si preoccupava di far avere curriculum lavorativi presso aziende e cooperative ma per mero scrupolo umano, non certo per favorire i parenti di presunti 'ndranghetisti. E anche questo è provato dalle indagini".
L'inchiesta Geenna, accuse e condanne
Dal 23 gennaio 2019 tre imputati sono in carcere e due agli arresti domiciliari. Anche per questo motivo i giudici della Seconda sezione penale della Corte di Appello di Torino hanno fissato a tempo di record (otto mesi dalla condanna in primo grado) ovvero per il prossimo 3 maggio la prima udienza del processo di Appello per i cinque imputati condannati lo scorso 16 settembre nel processo Geenna celebrato al tribunale di Aosta su una presunta locale di 'ndrangheta nel capoluogo valdostano.
Le indagini sono durate quasi cinque anni e sono state condotte dalla Dda di Torino e dai carabinieri di Aosta. Queste le condanne inflitte dal collegio presieduto dal giudice Eugenio Gramola: per il consigliere regionale (Uv) sospeso Marco Sorbara 10 anni di carcere (è agli arresti domiciliari con permesso lavorativo); per l'ex assessore al Comune di Saint-Pierre Monica Carcea 10 anni di carcere (domiciliari); per il consigliere comunale di Aosta (Uv) Nicola Prettico 11 anni di carcere (detenuto); per il ristoratore aostano Antonio Raso 13 anni di carcere (detenuto); per il dipendente del Casino de la Vallée Alessandro Giachino 11 anni di carcere (detenuto).
Arrestato il 23 gennaio 2019 con altre 16 persone, in carcere per sette mesi e poi ai domiciliari Sorbara è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa insieme a Carcea. Sono invece imputati di associazione per delinquere di stampo 'ndranghetista - e quindi di essere membri del locale di Aosta - Raso, Prettico e Giachino. Una curiosità: il 3 maggio, data di avvio del dibattimento di Appello, è anche il giorno di compleanno di Marco Sorbara.













