E’ mancato sabato 10 aprile alla RSA di La Salle Floriano Gomiero, l’ultimo pilota valdostano della Seconda Guerra. Gomiero era nato in provincia di Padova il 4 ottobre 1920 e quasi subito la sua famiglia si trasferì ad Aosta.
I funerali sono stati celebrati lunedì 12 aprile, nella Chiesa Maria Immacolata di Aosta, nel rispetto delle normative Covid.
Come molti giovani valdostani, rimase affascinato dagli aerei che decollavano ed atterravano nel nuovissimo aeroporto di Aosta ed appena diplomato, cercò di coronare il suo sogno di ottenere il brevetto di volo e quindi spiccare il volo. La strada non fu facile.
La frequentazione di alcune scuole giovanili di volo, con lo scoppio della Guerra si arruolò nella Regia Aeronautica dopo aver superato il concorso di ammissione. Venne quindi assegnato alla Scuola Caccia e dopo una lunga trafile di lezioni teoriche, addestramenti su vari tipi di aero, venne assegnato nel 1942 alla 76° Squadriglia sui caccia Fiat Cr42 e Macchi Mc200, aerei ormai obsoleti e non all’altezza degli avversari alleati in quel periodo bellico. Per sua fortuna non ebbe molti incontri con gli aerei avversari, tranne in un singolo episodio, il giorno di Natale 1942, quando sopra il porto di Tunisi intercettò un aereo Alleato, sparo diversi colpi, senza probabilmente colpirlo.
Lui stesso commentava questo episodio con sollievo, dicendosi felice di non aver colpito l’avversario in un giorno che avrebbe dovuto essere di Pace.
In seguito agli avvenimenti dell’estate 1943, caduta del fascismo ed armistizio, Floriano decise di rimanere nella Regia Aeronautica e combattere contro i tedeschi. Purtroppo, la sua poca preparazione su aerei più moderni, quali i nostri Macchi Mc 202 e 205, lo costrinse ad un nuovo periodo di Scuola di Volo presso il 4° Stormo, che nel frattempo venne equipaggiato con gli aerei americani P39 Airacobra. Gli aerei ed il tempo per l’addestramento non erano molti quindi i primi voli si ebbero nella primavera del 1945, con la guerra ormai alla fine.
Per Gomiero due paurosi incidenti, con atterraggio sul 'ventre', dovuti a vari problemi tecnici motore del proprio aereo, lo spinsero ad abbandonare l’Aviazione ed a ritornare ad Aosta. Dove gestì sino alla pensione una gioielleria situata in corso battaglione Aosta.
La sua passione per l’aviazione rimase comunque e partecipò sia alla vita dell’Aeroclub di Aosta che della Associazione Amici Aeronautica di Aosta.













