Questa storia quasi intollerabilmente scarna di un fastidio devastante che ha per teatro i condomini con il citofono. Quindi il celebre film del 1981 diretto da Bob Rafelson e tratto dal romanzo omonimo di James M. non centra nulla; ha prestato solo il titolo.
Infatti il problema è di tutt’altra natura. Soprattutto in questi mesi di pandemia il fastidio è davvero tanto per chi deve andare a rispondere al citofono. Appena si alza la cornetta si sente un florilegio di: pronto? chi è? pronto pronto pronto…sii sii sii. Sono i condomini che rispondono contemporaneamente alla chiamata del postino che maleducatamente non risponde.
Chi deve consegnare la corrispondenza non si limita a citofonare alla persona interessata ma con una colpulsione da clinica pigia in serie tutti i pulsanti dei campanelli. Una vera iattura per chi magari sta riposando, chi è a letto perché non sta bene, per chi sta lavorando da casa. L'energumeno disturba senza motivo perché ciò che deve consegnare non è destinato a chi ha citofonato per farsi aprire il portone.
Di più ci sono poi dei postini che prima ti svegliano perché sono suonatori seriali di campanelli ma poi non salgono al piano per consegnarti le raccomandare. Da una recente ricerca emerge che in alcuni uffici postali i documenti non consegnati sono il 40% dei volumi.
Oggi il postino suona con la tecnica seriale e quando deve consegnare una raccomandata fa certamente prima a lasciare un avviso di giacenza, scaricando sul destinatario l'onere di perdere tempo e denaro per andare a recuperare quella corrispondenza.
Quante volte a ognuno di noi è capitato di vivere una situazione simile?
C’è da dire che ci sono anche postini educati, professionali, responsabili che aiutano il cittadino a capire dando informazioni e rispondendo cortesemente alle domande. Ma sono mosche bianche rispetto ai postini suonatori seriali.