Lascia esterrefatti la modalità con cui il Governo, nella figura del Ministro Speranza, ha rettificato l’autorizzazione all’apertura degli impianti a fune e stazioni sciistiche prevista per oggi, sospendendone l’effetto sino al 5 marzo pv, data alla quale presumibilmente verrà rifatta una valutazione.
“Significa giocare con la pelle di migliaia di operatori – commenta Giovanni Girardini, Presidente di Rinascimento - le società che gestiscono impianti di risalita, gli addetti delle stesse, i maestri di sci, gli operatori dell’indotto (bar, ristoranti, noleggi, alberghi e strutture ricettive in genere)”.
Intere categorie che sono allo stremo e che non solo con il provvedimento vengono ulteriormente private del diritto al lavoro e quindi a ogni forma di sostentamento ma in molti casi anche danneggiate pesantemente, avendo sostenuto costi importanti in ragione della riapertura annunciata e smentita solo alla vigilia.
Parliamo di costi di innevamento artificiale, preparazione e battitura piste per gli impianti, costi di approvvigionamento di scorte per le attività di ristorazione, costi per l’attivazione di contratti di lavoro che restano inattivi.
Non possiamo che constatare amaramente come la categoria più simbolica della nostra terra di montagna sia totalmente negletta e ignorata da chi governa e dai tecnici incaricati.
Viene addirittura da pensare che non conoscano le dinamiche di questo settore, che chiaramente, con i protocolli già previsti, non presenta rischi maggiori di quelli inerenti l’accesso ad un centro commerciale, a un supermercato o a un museo, attività consentite in zona gialla.
“Riteniamo – conclude Giovanni Girardini - che il nostro unico tramite con il Governo, ossia l’Amministrazione regionale, debba rivendicare in ogni sede politica e tecnica e con convinzione una giusta conoscenza delle nostre problematiche, onde non si continui a liquidare le stesse con la superficialità e incompetenza sinora dimostrate”.