/ ATTUALITÀ

ATTUALITÀ | 25 gennaio 2021, 19:12

Valgrisenche e la Valle ricordano la tragedia del Col du Mont

Il 26 gennaio 1945 una gigantesca valanga si staccò dall’Ormelune, abbattendosi su una squadra di lavoratori della Cogne e uccidendo 33 operai e due alpini

Il monumento commemorativo alla Grand Alpe di Valgrisenche

Il monumento commemorativo alla Grand Alpe di Valgrisenche

Terra di confine e luogo di incontro, la Valgrisenche è stata sin dall’Antichità un crocevia di migranti, commercianti ed eserciti.

Dal punto di vista strategico la sua rilevanza è stata forte nei periodi di attrito fra gli Stati a cavallo delle Alpi, in epoca moderna all’inizio del Settecento e poi alla fine dell’Ottocento, con l’esacerbarsi degli ideali nazionalistici. Risalgono a quest’epoca le principali fortificazioni poste a guardia del confine, visibili ancora oggi.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale il confine Italia-Francia diventa un fronte caldo e il Col du Mont di Valgrisenche un valico supersorvegliato. E’ in questo contesto che ha luogo la cosiddetta Tragedia del Col duMont.

Dopo alcuni scontri nella zona del colle all’inizio del conflitto mondiale, la situazione si era calmata nel corso dei mesi, fino alla costituzione della Repubblica di Salò nel 1943, con la conseguente rimilitarizzazione pesante del fronte franco-italiano. Squadre di soldati stazionavano alle fortificazioni del Col du Mont e dell’Alta Valgrisenche; i bombardamenti si susseguirono nei pressi dei villaggi di Usellières e Chappuis nell’autunno del ’44.

Il sostentamento della popolazione era messo a dura prova dalla convivenza forzata con le truppe fasciste, che si accaparravano le poche risorse a disposizione. I rifornimenti di legna, cibo e munizioni agli avamposti del Col du Mont venivano garantiti giornalmente da una squadra di operai della Cogne di base al villaggio di Fornet.

Ogni 15 giorni le squadre di operai si davano il cambio per questa mansione, un tributo della fabbrica di Aosta, dichiarata “stabilimento ausiliario di interesse bellico”, richiesto dalla situazione sempre più difficile. L’inverno fu precoce nel 1944, e congrandi quantità di neve. L’itinerario scelto dai responsabili, battuto giornalmente dalla squadra operaia, collegava il fondovalle con la casermetta del Col du Mont tagliando il versante della montagna in diagonale, in corrispondenza del ghiacciaio dell’Ormelune. A nulla servirono i consigli venuti dalla popolazione di scegliere, in inverno, un itinerario alternativo e far passare la squadra dei rifornimenti sul versante opposto, più sicuro.

La mattina del 26 gennaio 1945 una gigantesca valanga si staccò dall’Ormelune, abbattendosi sulla squadra in transito e uccidendo 33 operai e due alpini. Una successiva valanga si abbatté pochi minuti dopo nella stessa zona, rendendodi fattoimpossibile la prosecuzione dellericerche dei soldati e dei civili accorsi, avvisati dai superstiti. Solamente nel luglio 1945 si concluderanno i lavori di recupero delle salme.

Un pensiero oggi va a queste vittime della guerra, che hanno sacrificato la loro vita per l’interesse superiore, rimanendo coinvoltinelle folli logiche della battaglia. Tanti anni sono passati e tante cose sono cambiate dalla Tragedia del col du Mont, ma il ricordo rimane sempre vivo.

Dopo il conflitto mondiale un monumento funebre è stato eretto alla Grand’Alpe di Valgrisenche, sulla via per il Colle, e dal 2015, settantesimo anniversario della tragedia, un cippo commemorativo all’ingresso della “Pepinièred’Entreprises”, nei pressi dello stabilimento Cogne Acciai speciali, ricordai nomi dei Lavoratori caduti al Col du Mont.

I 33 operai Cogne vittime del Col du Mont furono Giovanni Allonzi, Pietro Angiari, Emiro Bianquin, Silvano Bich, Lorenzo Blanc, Quinto Bredy, Modesto Chenal, Florindo Comiotto, Angelo Crestanello, Amato Cretier, Natale Doveil, Antonio Fichet, Angelo Framarin, Aldo Gianotti, Estevan Guarguaglini, Ferdinando Jacquemin, Marino Lacroix, Adolfo Leone, Damiano Lucianaz, Ernesto Marangoni, Giuseppe Mattiuzzo, Giuseppe Meinardi, Marino Mio, Emilio Morandin, Giuseppe Pietro Perono,Pietro Perruchon, Pantaleone Quendoz, Bortolo Quollani, Serafino Rivolin, Giovanni Battista Rosina, Luigi Sofia, LuigiTondat e Ettore Vuillermoz.

I due alpini vittime del Col du Mont furono Giuseppe Maroni e Francesco Bonatti.

Remy Bois

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore