Una confusione che sembra ormai avvolgere, depotenziandola, ogni proposta, ogni decisione, o semplice iniziativa che in questo delicato e drammatico periodo storico dovrebbe assicurare in modo rapido ed efficace la tenuta del sistema sanitario, economico e sociale per cittadini, lavoratori e imprese. Assistiamo, infatti, ormai quotidianamente ad un tutti contro tutti dove conta solo avere l’ultima parola, l’ultimo aggettivo per ribadire slogan o concetti vuoti pur di riuscire a strappare un applauso di quel “pubblico votante” che sta però stancamente lasciando la sala, deluso di assistere ad uno spettacolo sempre più scadente, mentre fuori dai palazzi del potere l’inverno è già arrivato da un pezzo.
Per questo non possiamo che rammaricarci per i tempi e i modi con cui si è sviluppato il recente dibattito in Consiglio Regionale, avente a tema l’approvazione di una legge che racchiude in se più demagogia che contenuti,che poco ha a che fare con il concetto alto di autogoverno proprio del nostro Statuto Speciale se incanalato sui binari di una prova di forza con il Governo centrale fine a se stessa e di cui, in piena pandemia, non avevamo francamente bisogno.
E che, soprattutto, ripropone a pochi mesi dalle elezioni (anticipate) tutti i limiti di un sistema elettorale e quindi di governance che deve essere modificato al più presto per dare certezza ai valdostani di quale sia la maggioranza politica che li amministra, possibilmente con competenza e serietà, senza pericolosi sbandamenti al primo ammiccamento dell’opposizione.
Perché, se cambiando l’ordine degli eletti il risultato non cambia, la Valle d’Aosta non potrà mai realmente intercettare quelle dinamiche di sviluppo sociale ed economico per fare della nostra Autonomia un modello virtuoso riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale, con buona pace di tutti.