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Governo Valdostano | 02 dicembre 2020, 20:17

Legge regionale 'tutto aperto', adesso è gelo con Roma

Impugnare la legge 'anti-Dpcm' della Valle d'Aosta è quello che ha già chiesto al Consiglio dei ministri il Guardasigilli Alfonso Bonafede, capo delegazione del M5S

Legge regionale 'tutto aperto', adesso è gelo con Roma

La Valle d'Aosta è in zona rossa ma da ieri un'ordinanza del Presidente della Giunta, Erik Lavevaz, ha riaperto i negozi di prossimità: una reazione all'ostinata chiusura romana che ha fatto imbufalire il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, che oggi ha invitato Lavevaz a revocarla ottenendo la risposta stizzita del Président: "Siamo noi, semmai, a impugnare le vostre decisioni".

Ma questa è ormai storia passata, ora che la Regione si appresta, in barba al DPCM in arrivo e ai diktat del ministro della Salute, Roberto Speranza, a varare la legge approvata dal Consiglio Valle che autorizza l'apertura di bar, ristoranti, attività diverse e piste di sci, purchè nel rispetto dei protocolli anti Covid.

Una legge che rivendica l'autonomia della Valle rispetto ai poteri statali nella gestione dell'emergenza sanitaria del coronavirus, contro la quale si è scagliato subito il ministro di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha chiesto al Consiglio dei ministri di impugnarla immediatamente in Corte costituzionale.

"Le affermazioni del presidente Lavevaz della Regione Valle d'Aosta minano e la leale collaborazione che ha caratterizzato in questi mesi il duro e faticoso lavoro e anche la sicurezza sanitaria - ha tuonato Boccia - nei mesi scorsi sono arrivati ad Aosta oltre 80 operatori sanitari. In queste settimane abbiamo stabilito di mettere nella disponibilità delle Regioni risorse aggiuntive per ristori alle attività penalizzate, con un fondo che probabilmente il Presidente della VdA non conosce perché non ci risultano suoi interventi pubblici in sede istituzionale". 

"Il Governo è dal primo giorno accanto all'intera comunità valdostana - afferma il ministro in una nota inviata questa sera a Lavevaz - all'inizio della pandemia sono state sempre garantite alla Valle d'Aosta risorse finanziarie aggiuntive, come si evince dalle numerose intese approvate all'unanimità in Conferenza Stato-Regioni, oltre 16 milioni di materiali consumabili e oltre settemila materiali non consumabili, di cui 15 ventilatori polmonari serviti per potenziare, fino a più che raddoppiare, le terapie intensive".

"Infine, il modello di monitoraggio messo in discussione - ribadisce Boccia - innanzitutto, il Presidente dovrebbe sapere che è rigorosamente scientifico, accettato dalla Conferenza (e quindi anche dalla VdA) esiste dal 30 aprile e ogni presidente da sette mesi ha sulla propria scrivania ogni settimana il rapporto sulla condizione epidemiologica del proprio territorio".

"Quel rapporto è redatto anche con il contribuito dei tre tecnici indicati dalla Conferenza delle Regioni - prosegue il ministro - la Valle d'Aosta ha perso 322 concittadini dall'inizio della pandemia, cinque nella sola giornata di ieri, il presidente Lavevaz farebbe bene ad approfondire tutti questi aspetti prima di assumere decisioni che potrebbero provocare danni non solo sanitari ma anche economici a un territorio che ha molto bisogno del sostegno dello Stato. Sostegno totale che confermo, ribadisco e assicuro ancora a nome del governo. Ma sempre nel rispetto assoluto delle regole e della sicurezza sanitaria".

Come se non bastasse, c'è anche un risvolto politico tutto interno per la maggioranza regionale; la legge, modellata su una precedente proposta della Lega VdA, è stata infatti approvata con 28 voti a favore e sette astensioni ovvero tutta la maggioranza di centro sinistra: gli autonomisti (Alliance valdotaine, Stella Alpina, Union valdotaine e Vallée d'Aoste Unie) hanno votato a favore con la Lega, mentre i progressisti, Pd e Rete Civica, si sono astenuti. Non si può ancora parlare di 'crisi di maggioranza', ma i presupposti ci sono tutti.

La norma approvata disciplina le "libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus". Prevede in particolare che la Regione intervenga tra l'altro sulle "aperture degli esercizi commerciali" e sulla "pratica dell'attività sportiva", analogamente a quanto fatto dalla Provincia di Bolzano nella scorsa primavera. Tradotto, bar, ristoranti, piste di sci e altre attività possono riaprire i battenti anche se il DPCM del Governo Conte (che sarà in vigore da venerdì 4 dicembre) dirà il contrario. La legge 'valdostana' rende possibile lo svolgimento di eventi e manifestazioni se "previsti da un'ordinanza del Presidente della Giunta" e anche eventi ecclesiastici o religiosi.

"Questa legge è importante non solo per le competenze della Regione, ma perché ha un respiro e un peso proprio dal punto di vista politico rispetto al Governo di Roma", ha spiegato il Presidente Lavevaz. "Non so se per una mancanza di conoscenza della montagna o più semplicemente per delle sensibilità diverse da parte dei componenti del Governo - ha precisato - ma devo dire che una cosa che ho visto chiaramente è la difficoltà a far capire al Governo le esigenze legittime della montagna: l'impressione è che si veda la montagna come un parco giochi per le grandi città, ma sappiamo bene che non è affatto così".

p.g.

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