Noi di Adu Vda non dimentichiamo le responsabilità di Baccega e degli altri assessori che a forza di privatizzare hanno demolito la sanità valdostana, oggi però è il tempo dell’unità per trovare soluzioni efficaci. L'obiettivo prioritario, sul piano economico, dovrebbe essere quello di consentire una maggiore mobilità in ingresso in Valle d'Aosta, dato che il nostro turismo interno è insignificante.
Per avanzare questa richiesta non serve però strepitare, ma dimostrare di essere in grado di gestire l'emergenza sanitaria, anche a fronte di un aumento di presenze sul territorio. In questo senso, Adu Vda ritiene che:
• La priorità del governo regionale, anziché vagheggiare improbabili ricorsi, dovrebbe essere quella di proseguire nella riorganizzazione del sistema di prevenzione, di modo da farsi trovare pronti quando i confini regionali saranno di nuovo aperti: potenziare l’attività delle USCA, di modo da ridurre i ricoveri in ospedale, aumentare il personale destinato al tracciamento, anche al fine di consentire la riattivazione della app Immuni, e prevedere l’effettiva apertura – coinvolgendo i comuni e l’associazione albergatori – dei Covid hotel, non solo per i guariti ancora positivi, ma soprattutto per coloro che non è opportuno che condividano il domicilio con familiari o conviventi;
• Si debba proseguire, come è stato giustamente fatto con l’ospedale da campo, con l’aumento dei posti letto disponibili, dato che questa è una delle criticità principali per la nostra regione;
• La proposta di Alliance Valdotaine di screening di massa, sul modello sud tirolese, va sostenuta e realizzata. Il milione di euro previsto per l’inutile progettazione di Cime Bianche dovrebbe invece essere destinato a quest’attività fondamentale per la salute pubblica e l’economia. Naturalmente, la Giunta dovrebbe già prevedere una strategia di monitoraggio continuo, attraverso successive campagne a campione sulla popolazione e la previsione di test rapidi per i turisti che intendano soggiornare in Valle d’Aosta.
Per i turisti, oltre al test, dovrà anche essere previsto l’obbligo di censimento presso i comuni, ciò al fine di consentire al sistema di protezione civile e sanitario di avere un controllo in tempo reale della situazione delle presenze sul territorio.
Tutta questa attività, naturalmente, ha un senso se il Presidente della Regione, in qualità di Prefetto, procederà ad un reale controllo degli ingressi in Valle d’Aosta;
• Rispetto agli impianti a fune, questa vicenda dimostra la debolezza del nostro sistema di sviluppo. Per dare risposte immediate, vanno bene i protocolli tendenti al numero chiuso sulle piste, ma ogni proposta dovrà essere verificata assieme all’autorità sanitaria regionale per valutarne la sostenibilità, rispetto ad una stima veritiera del numero di ricoveri abitualmente connessi all’attività sciistica.
Per il futuro, dovremo invece ripartire dalla tragica esperienza della pandemia, per rivedere interamente la nostra vecchia concezione di economia ed immaginare un turismo invernale fatto di ciaspolate, accoglienza, cultura e non solo di sci intensivo.