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CRONACA | 25 aprile 2020, 11:10

'Noi denunceremo', migliaia di familiari delle vittime del Covid-19 chiedono giustizia

Una pagina Fb ideata e realizzata da chi ha avuto lutti da Coronavirus e sostenuta anche da tanti infermieri e medici

'Noi denunceremo', migliaia di familiari delle vittime del Covid-19 chiedono giustizia

"Questo gruppo è nato per un bisogno di giustizia e di verità e per dare pace ai nostri morti che non hanno potuto avere nemmeno una degna sepoltura a seguito della pandemia di Coronavirus Covid19". Spiega così il 58enne commercialista bergamasco Luca Fusco la creazione di 'Noi Denunceremo', piazza virtuale su Facebook che conta già oltre 46 mila iscritti, dei quali oltre cinquanta dalla Valle d'Aosta.

Sulla pagina, familiari delle vittime ma anche infermieri e medici riportano le loro testimonianze: storie di morte, dolore e presunti casi di malasanità o indifferenza delle istituzioni e delle autorità sanitarie in danno di chi si è ammalato di coronavirus.

"Quando tutto sarà finito - sottolinea Fusco, che nei terribili giorni della strage di Bergano ha perso il padre - chi ha sbagliato e girato la testa dall'altra parte dovrà pagare. Denunceremo e chiederemo giustizia". I racconti su 'Noi denunceremo' sono spesso strazianti, crudi, narrano di anziani lasciati per giorni senza assistenza medica,  usciti di casa in barella senza nemmeno il tempo di dar loro un saluto e mai più rivisti, deceduti con tutti gli acclarati sintomi del Covid ma senza essere stati sottoposti a tampone e quindi non conteggiati nel 'libro dei morti' della pandemia.

E ogni giorno la pagina Fb si arricchisce, drammaticamente, di nuove testimonianze, talvolta rassegnate talvolta rabbiose e non sono dalla Lombardia ma dal Piemonte, dall'Emilia, dalla Valle d'Aosta e persino da regioni del Sud dove il virus ha fortunatamente colpito in misura molto minore.  Non solo pianto di rabbia o qualche parola di conforto e condoglianza, però: migliaia di iscritti a 'Noi denunceremo' chiedono alle procure di indagare per capire se in tanti casi vi sono state negligenze o carenze del sistema sanitario.

"Non abbiamo scopi politici né vogliamo tribunali popolari -  assicura Fusco - vorremmo solo che se qualcuno ha sbagliato nella valutazione e nella gestione dell'emegenza, ne renda conto nelle sedi opportune".

red. cro.

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