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ECONOMIA | 23 marzo 2020, 09:00

“Non c’è campo”, con il coronavirus tanti, troppi, valdostani si sono accorti di essere sconnessi

RESTIAMO A CASA - Niente internet, niente cellulari, niente di niente. Siamo in tante località della Valle tagliate fiori dal mondo perché “non c’è campo”. Eppure i siti per i ponti ci sono basta attrezzarli

“Non c’è campo”, con il coronavirus tanti, troppi, valdostani si sono accorti di essere sconnessi

Prima premessa: di informatica, larga banda, giga e fibra non ne capisco nulla. A casa ho ancora un grillo della Sip con la rotella per comporre il numero.

Seconda premessa. Il presidente della Chambre, Nicola Rosset, da anni chiede che la Valle d’Aosta si innovi e si metta in rete.

Terza premessa: Ha ragione il consigliere Roberto Cognetta quando sostiene che In.Va. non svolge compiutamente la sua missione.

Ciò detto ho però conoscenza che tanti studenti non possono seguire le lezioni da casa; non si possono svolgere videoconferenze, lavorare da casa è per chi abita nelle Valli laterali è una cosa pressoché improbabile. Altro che Valle d’Aosta cablata.

Eppure sono stati investiti milioni per la connessione della Valle d’Aosta e tutti eravamo convinti che tutto funzionasse. E invece il coronavirus ci ha fatto scoprire che la Torre delle Comunicazione è un gran bel contenitore, costato una valanga di soldi europei ma che al momento del bisogno ha dimostrato che la Valle d’Aosta è poco più avanti rispetto alla tecnologia Sip.

E’ chiaro che tutti i gestori sono attivi e presenti in Valle d’Aosta e offrono il meglio che dispongono. Ma la Regione e l’INVA poco hanno fatto per mettere la Valle al passo con i tempi.

Da terra si manovrano robot che esplorano Marte e lo spazio e in Valle non si riesce a realizzare una teleconferenza da Champorcher piuttosto che da Bionaz. Niente internet, niente cellulari, niente di niente.

Siamo in tante località della Valle tagliate fiori dal mondo perché “non c’è campo” e se c'è nel più bello il collegamento si interrompe. Nel resto del fondo valle pc potenti, laptop, tablet, telefoni cellulari e smartphone di ogni tipo, colore e marca invadono le case, ma nulla di tutto ciò servono per certe località delle vallate che non hanno accesso alla rete Internet e mobile e quando ci riescono i tempi di collegamento sono biblici.

Persone che devono affacciarsi alla finestra o uscire sul balcone o andare in cerca di tacche nel prato o in strada. Tutto questo anche per telefonare.

Eppure quanto soldi sono stati spesi?

Eppure quanto spazio hanno dato i giornali ai progetti di cablaggio o di connessione  che alla priva vera necessità ha svelato il bluff.

Impossibili le videoconferenze, inimmaginabili le teleconferenze. Siamo ancora ai segnali di fumo. Eppure nessuno oggi pensa a questi problemi indispensabili quando la Valle d’Aosta sarà pronta a ripartire.

I siti per installare ponti e cellule ci sono basta attrezzarli. Già ospitano gli apparrati della Rai e delle emittenti commerciali.

Quello che manca sono politica e l'InVa.

pi.mi.

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