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Consiglio Valle Comuni | 04 novembre 2019, 05:00

La ferrovia Aosta - Pré Saint Didier come quando e chi paga

Che fine ha fatto il protocollo del 2017 Regione e Rfi che mette nero su bianco gli importi per gli incarichi: 460mila euro a carico della Regione, un milione a carico di Rfi. Vale a dire quasi un milione e mezzo per gli studi di dettaglio, rilievi delle opera, indagini geognostiche, verifiche strutturali e progetti di adeguamento

La ferrovia Aosta - Pré Saint Didier come quando e chi paga

L’ipotesi di riattivazione della tratta ferroviaria Aosta Pré Saint Didier è tornata di attualità. L’assessore Luigi Berschy schiaccia il piede sull’acceleratore ma i valdostani hanno perso il treno della memoria. Dei tanti dossier non c’è traccia e tanti politici nemmeno ne conosco l’esistenza e bene fa l’assessore Bertschy a rilanciare. Sarebbe interessante, però conoscere lo stato dell’arte del dossier del quale se ne era occupato anche la Giunta Spelgatti e l’allora assessore Claudio Restano.

Infatti risale al 2017 un protocollo d’intesa Regione VdA e Rete Ferroviaria Italiana per l’istituzione di un tavolo tecnico per la determinazione degli interventi necessari allo sviluppo delle linee ferroviarie valdostane e della relazione ferroviaria Aosta-Torino e per la definizione degli interventi da realizzare sulla linea Aosta Pré Saint Didier per consentirne la riclassificazione.

La circolazione sulla linea per Pré Saint Didier è stata sospesa il 24 dicembre del 2015 in considerazione della scarsa utenza e degli elevati costi di manutenzione. Il Tavolo tecnico doveva (o deve) riclassificarla dall’attuale categoria A, vale a dire 16 tonnellate per asse, alla categoria  B2, vale a dire 18 tonnellate.

Il protocollo mette nero su bianco gli importi per gli incarichi: 460mila euro a carico della Regione, un milione a carico di Rfi. Vale a dire quasi un milione e mezzo  per gli studi di dettaglio, rilievi delle opera, indagini geognostiche, verifiche strutturali e progetti di adeguamento.

Ma il bello, o il brutto, è che il protocollo prevede (o prevedeva), che gli studi li deve condurre Tfi e terminarli entro 9 mesi a partire dalla firma, e comune non oltre i 18 mesi; per contro la Regione doveva versare 360mila euro alla firma del protocollo, 50mila euro a conclusione delle indagini geognostiche, 50mila euro a saldo entro tre mesi dalla conclusione delle attività del tavolo tecnico.

Sono stati versati gli acconti; gli studi sono stati eseguiti o è tutto fermo? E se gli studi sono stati eseguiti quali i tempi di realizzazione dei lavori?

Domande che si aggiungono alla questione finanziaria. Come ebbe a dire l’allora assessore Claudio Restano nel luglio 2017 “La soluzione ferroviaria richiede investimenti elevati che necessitano di un’attenta analisi di sostenibilità economico-finanziaria e che nascondono anche insidie tecnico-gestionali. Le necessarie scelte saranno definite con il Programma strategico di interventi predisposto ai sensi della l. r. 22/2016 che contiene disposizioni per una ferrovia moderna ed un efficiente sistema pubblico integrato dei trasporti”.

Ed in effetti le previsioni parlano di 15/20 milioni di euro. Ma questo non è il solo problema. Infatti Rfi potrebbe chiedere un minimo di tracce (corse passeggeri); una richiesta che richiederebbe un investimento regionale di circa 4 milioni; chi e come li finanzia?

red. cro.

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