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CULTURA | 25 febbraio 2019, 23:30

Il gran rifiuto del Bocconiano Alexis Betemps

Alexis Betemps (dx.) al Premio Rigoni Stern

Alexis Betemps (dx.) al Premio Rigoni Stern

No grazie. La cosa non  mi interessa fino a che a decidere sono i politici. Nella sostanza è quanto ha detto Alexis Betemps, uno dei più convinti, ma inascoltato, cultori e conoscitori dell’Autonomia Valdostana, che ha detto no grazie al titolo di Chevalier de l’Autonomie.

Per l’ennesima volta c’è stato chi, nelle scorse settimane, gli ha proposto l’onorificenza Chevalier de l’Autonomie, benemerita istituzione dell’allora Presidente della Giunta,  Luciano Caveri, che dovrebbe essere conferita a cittadini nati o residenti in Valle d’Aosta che si siano distinti per particolari meriti nel campo dello sport, della cultura, delle scienze, delle arti, dell’economia, della politica o del sociale.

Con il passare del tempo la benemerenza è diventata dozzinale al pari del cavalierato della repubblica che non si nega a nessuno. Quest’anno poi la benemerenza Chevalier de l’Autonomie puzza di manuale Cencelli; quasi una mezza dozzina di nuovi cavalieri. Ogni forza politica al governo pare avere distribuito una medaglia. Di più il livello del benemerenza è via via scaduto. Sicuramente non rappresenta più il meglio del meglio dei campioni dell’Autonomia valdostana.

Il rifiuto di Alexis Betemps è un atto di denuncia e di coerenza e anche di questo dovrebbe discutere la politica. Il Chevalier de l’autonomia è diventato un cavaliere senza cavallo così come è appiedata l’autonomia.

I politici non si occupino più di attribuire le benemerenze di Chevaliers de l'Autonomie e di Amis de la Vallée d'Aoste che dovrebbero essere attribuite da una Commissione indipendente composta da designati delle associazioni culturali attive in  Valle d’Aosta; mentre oggi chi decide non sempre conosce lo Statuto Speciale della Valle d’Aosta.

Per chi non lo cosce Alexis Betemps è:

 

nato ufficialmente ad Aosta il 26 agosto 1944. In realtà, è nato a Saint-Christophe, nella stessa casa dove abita ancora. Sotto il fascismo Saint-Christophe era stato unito ad Aosta e ridiventerà comune dopo la seconda guerra mondiale.

(Foto: Le curé R. Maquignaz, Louis Martin et Alexis Bétemps, 1982)

Dopo le scuole medie, si iscrive all’Istituto magistrale « Maria Adelaide » di Aosta. A diciotto anni, è maestro e si iscrive all’università, facoltà di Lingue e, durante tutto il corso dei suoi studi, insegna come supplente alla scuola media di Verrès prima, poi di Châtillon.

Nel 1969, ottiene la laurea in lingue e letteratura straniera all’Università “Luigi Bocconi” di Milano.

Nel 1970, segue dei corsi di fonetica e fonologia all’Institut de Linguistique dell’Università di Mons (Belgio) dove ottiene un dottorato in didattica delle lingue. Ha collaborato dal 1964 (a vent’anni) fino al 1997, al Peuple Valdôtain, settimanale dell’Union Valdôtaine. Collabora anche a diverse riviste valdostane, tra le quali  “Le Flambeau”  con degli articoli sui problemi linguistici ed etnografici. Insegnante di ruolo nelle scuole medie, si impegna attivamente nel Sindacato SAVT (Syndicat Autonome Valdôtain des travailleurs) come segretario della sezione scuola.

Nel 1979, è eletto presidente del Centre d’Etudes Francoprovençales di Saint-Nicolas, carica che conserva per trent’anni fino al 2010. Intraprende così a tempo pieno un lavoro di organizzazione, d’animazione e di ricerca nei campi della dialettologia e dell’etnologia alpina.

Nel 1980, è eletto Presidente dell’Associazione Valdostane degli Archivi Sonori (AVAS) della quale è stato l’ispiratore e uno dei fondatori. Conserverà la carica fino al 1984.

Dal 1978 al 1983, è redattore capo della rivista “Union Valdôtaine” (poi Revue Valdôtaine). È anche membro del Comitato di redazione del Monde Alpin et Rhodanien, revue du Musée Dauphinois de Grenoble e collabora con riviste francese, svizzere e italiane. Dirige e in parte redige, dal suo inizio (1980), il Bollettino bimestrale del Centre d’Etudes francoprovençales.

Nel 1985, è eletto Presidente dell’Union Valdôtaine, carica che detiene fino al 1997. Dal 1986 al 1997, è il primo Direttore del B.R.E.L. (Bureau Régional pour l’Ethnologie et la Linguistique). Nel 1997, è nominato Coordinatore alla Cultura poi, l’anno seguente, Direttore della Gestione dei Beni Culturali. Ha insegnato al Centro di Alta Formazione dell’Università della Valle d’Aosta dove ha tenuto dei corsi di Storia delle tradizioni popolari dal 1999 al 2002. È stato membro della commissione scientifica per il restauro del Forte di Bard (2000).

In pensione dal maggio 2000, continua la sua collaborazione con istituzioni culturali, periodici e pubblica amministrazione sui temi legati alla dialettologia e all’etnografia alpina.

Collaborazione con il BREL  e l’Assessorato all’Educazione e alla Cultura: Suite au féminin (2001), Carnaval (2002), Eau quotidien (2003), Paysage à croquer (2004-2005), Ufficializzazione della toponomastica (dall’istituzione della commissione). Ricerca toponomastica (dall’inizio); Commissione Regionale per lo studio dell’ambiente (2008) ; Commissione per il Guichet Linguistique (2007), Civilisation Valdôtaine (2008), aux Racines du goût (2009); projet ECHI (Ethnologie Confédération Helvétique /Italie) sulle feste nell’arco alpino.

Membro del Comitato scientifico de La Maison des Anciens Remèdes (Jovençan). Assessorato dell’Agricultura. Commissione agriturismo (2002), Marché au fort (2004). Fin Bard (2001- 2009): recupero del Forte di Bard ; preparazione delle mostre del Forte. Don Bosco: corso sulle tradizioni ed il turismo (2004). Biblioteca di Saint-Christophe: Direttore del Bollettino di Saint-Christophe.

Nel 2006, con Lidia Philippot, scrive Merveilles dans la vallée, che riceverà il premio Seignolles per l’etnologia.

Nel 2011 riceve il premio « Mario Rigoni Stern » per la letteratura plurilingue nelle Alpi » per il suo libro La vie quotidienne dans les alpages valdôtains.

Nel 2013, Erbario è segnalato al premio Rigoni Stern. Questi due ultimi libri hanno ricevuto numerosi riconoscimenti: quello del salone del libro di montagna di  Passy, Leggimontagna (entrambi), Premio Itas, premio CIA Bellati, Premio Comboscuro (il libro sugli alpeggi). Fine biografia.

Quanti di coloro che attribuiscono le benemerenze hanno un  cutticulum che si avvicina a quello di Alexs Betemps?

 

pi.mi.

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